Blog di resistenza all'incedere del brutto


Per me la bellezza è Kurt Cobain che sfascia una Fender, è Mila Kunis che infila la lingua in gola a Natalie Portman, è una domenica mattina dannatamente post-alcolica. Cannibal Kid

Bellezza è un'umanità creata dallo scandito rincorrersi degli opposti, senza ripensamenti. La mia bellezza è libertà. Saharajoyce


continua...

martedì 31 maggio 2011

Beauty da Silence Is Sexy

Lungo un sottofondo urbano, la canzone Beauty dei berlinesi Einstürzende Neubauten scorre, ricca di suggestione.
Blixa Bargeld, con voce profonda e riflessiva, racconta di uno sguardo verso un cielo notturno, illuminato dalla luna.
Un attimo colto guardando "... attraverso i finestrini di un taxi ...", i pianeti distanti, non raggiungibili.

Chissà quante situazioni possono portarci a riflettere sull'immensità della volta celeste, magari in modo del tutto inaspettato.

l'impossibilità di far cose normali

(e con questa, chi già detestava i pink floyd li odierà :-D)

qualcuno ancora si ricordava la bella canzone di una volta: rassicurante, nella sua forma immutabile di strofa, strofa, ritornello, strofa, ritornello e finale, quando fu attraversato da un fendente che proveniva da una telecaster tagliente come un katana.

già cominciava bene, col crescendo delle voci filtrate che fanno tanto spazio cosmico, e il bip-bip dell'organo che doveva simulare una qualsiasi cosa ipertecnologica e spaziale. l'equivoco poi è rimasto (e rimane) da decenni: tutto quello che è tecnologico fa bip-bip o altri rumori sintetici, anche adesso che quasi chiunque ha un computer in casa e si sa che non è vero che ad ogni riga che viene visualizzata si senta bip, bluup, boing o altro.

martellare ritmico della sesta corda a vuoto stoppata, rullata e fendente, appunto: mi maggiore. grassetto, perché l'accordo di mi maggiore a capotasto con la chitarra è quanto di più assertivo si possa ascoltare. è tetragono, definitivo, inappellabile. wow, una canzone che comincia col mi maggiore, e pure in bella evidenza e mantenuto per più di una misura. sta per succedere qualcosa di grosso.

si-sol-mi, e poi mi maggiore-cosastrana. che accordo è? boh. mi bemolle maggiore, +5-9, ma semplificando le cose, si prende l'accordo di mi maggiore e lo si sposta indietro di un tasto. è la stessa sonorità che adoperò jeff buckley in grace, ha un carattere estremamente drammatico. wow-wow, sta davvero per succedere qualcosa di grosso.

cosastrana torna al mi maggiore e parte il canto.

lime and limpid green, the second scene
the fights between the blue you once knew


sì, sì!
(ma che vuol dire?)
(boh?)

floating down, the sound resounds around
the icy waters underground


e la musica sale di tono, il ritmo incalza. sicuramente sta per succedere qualcosa.

jupiter and saturn (altra cosastrana, ma spostato in avanti-mi maggiore)
oberon, miranda and titania

sì! sì! sta per arrivare! di sicuro è un ritornello che spacca!

neptune, titan, (cadenzato! vai così!)
stars can frighten (si alza di tono e...)

ooooh ooooh ooooh ooooh ooooh ooooh ooooh ooooh
ooooh ooooh ooooh ooooh ooooh ooooh ooooh ooooh


...che scende cromaticamente. embè? dov'è il ritornello? dov'è la cosa da cantare a squarciagola che libera dalla tensione che mi hai fatto accumulare?

dimenticatevi la bella canzone di una volta. questi sono i pink floyd, quello è syd barrett, e nel suo lievemente alterato stato di coscienza le strutture, semplicemente, non ci sono. e se ci sono stanno là per essere disgregate.

enjoy.

sabato 28 maggio 2011

Popò in scatola: non è bello ciò che è bello!


Cari Ladri e Favoreggiatori tutti. Sono inadempiente da settimane. Leggo tutto e tutto mi godo, così, aggratis! Mi piacerebbe continuare a riflettere sul bello e sul brutto ma sono schiacciata dal desiderio di coronare un mio vecchio sogno di cui queste righe fanno parte. Nascono per i piccoli ma nelle mie intenzioni dovrebbero incuriosire anche tutti quei grandi che conservano un'anima bambina!
Vediamo un po' cosa ne pensate!


Popò in scatola: Piero Manzoni e le premesse dell'arte concettuale.
Ora, non mi guardate così, lo so che sembra incredibile ma c’è stato un artista italiano che ha messo la sua popò in un barattolo dicendo che era un’opera d’arte!
No, per carità non fatelo anche voi, soprattutto perché nell’arte contemporanea le idee bisogna averle per primi, altrimenti non vale, e questa è già stata usata da Piero Manzoni (per fortuna!).
Mi direte, ma com’è possibile che un museo abbia pensato di acquistare quest’opera e anche di esporla come oggetto della nostra ammirazione?
Complimenti per la domanda! Rispondere significa darvi la chiave per comprendere tante sperimentazioni di oggi perché l’autore di quest’opera (e anche di quella popò), è uno dei padri della nostra arte contemporanea.
La trasformazione della banalità in arte.
Quando Manzoni realizza questa… ehm… opera d’arte, siamo nell’Italia degli anni Sessanta. I dipinti, o meglio le tele dei pittori, ne hanno viste di tutti i colori: c’è quello che le buca, l’altro che le taglia e poi le ricuce, l’altro ancora che le dipinge tutte di bianco o tutte di nero.
E allora cosa si può ancora fare di totalmente nuovo?
Secondo alcuni, tra cui il nostro Manzoni, tela e pennelli si possono anche abbandonare perché l’importante nell’arte non è più fare belle cose, ma piuttosto ispirare in chi guarda, bei pensieri.
“E allora questo barattolo, cosa vuol dire?” mi chiederete.
Il barattolino ed il suo contenuto stanno a significare che un artista vero deve trasformare in arte tutti i gesti della sua giornata, anche quelli, diciamo, meno eleganti!
Le origini dell'arte concettuale.
Nel momento in cui si afferma che la cosa più importante dell’opera è il pensiero che la sostiene, e non la tecnica con cui è realizzata, l’artista diventa libero di comunicare le sue idee nei modi più assurdi e Manzoni è in assoluto tra i più spericolati!
Per esempio un giorno gli viene in mente di soffiare aria in un palloncino e di chiamare l’opera “Fiato d’artista!”.
Pensateci, è un po’ come quando al mare si riempie un bottiglietta di sabbia tiepida con l’illusione che, tornati a casa, basterà guardarla perché tornino il sole e le ore felici.
Allo stesso modo Manzoni lasciava che ci portassimo via un po’ del suo respiro… L’idea è bellissima, non è vero?
Il problema è che ormai alcuni di questi palloncini sono scoppiati! L’artista non c’è più e allora come fare? Non posso mica riempirli io con il mio fiato di mamma!
E’ un po’ come se si fosse rotta la bottiglietta del mare…
E infatti i palloncini scoppiati restano così mogi mogi, ma noi che ne conosciamo la storia ce li immaginiamo belli gonfi come quando Piero, artista un po’ folle, ha voluto metterci dentro un pizzico della sua vita!
Tutto può diventare arte!
Ma Piero Manzoni non si limita a regalarci un po’ dì sé. Sa essere anche più generoso e così, pensando a tutti noi e anche a tutte le nostre cose, inventa un piedistallo che chiama “Base magica”
Qualsiasi cosa venga messa sulla base, anche la nonna o il babaccetto del cuore, si trasforma prodigiosamente in un’opera d’arte!
Lui stesso prova a salirci, mettendo bene i piedi sulle impronte che ha disegnato, e poi si lascia ammirare, come se fosse una statua!
Ammettiamolo, quante volte è successo a voi o anche ai grandi, di fermarsi a osservare una “strana cosa” in un museo solo perché era posta su un piedistallo?
E quante volte siamo tornati indietro a guardare un dipinto perché, solo dopo aver letto il cartellino, ci siamo accorti che era di un pittore famoso?
In questo ultimo caso si tratta proprio di una sorta di mania per le cose firmate! Manzoni coglie questa nostra debolezza e ci sorride su!
Per questo un giorno decide di firmare non solo le sue modelle ma anche i visitatori delle sue mostre che diventano così opere d’arte viventi, con tanto di certificato di autenticità. Un giorno già che c’è, firma pure una sua scarpa!
La spettacolarizzazione dell'artista e del suo operare.
Devo confessarvi che non tutti erano così entusiasti delle strane opere di questo giovane artista. Molti anzi si indignavano, si arrabbiavano, come quando Manzoni inizia a tracciare con il pennarello nero semplici righe su fogli lunghissimi (addirittura di 7200 metri!) che poi arrotola e mette (anche quelle!) in un barattolo sigillato. “Linee d’artista” le chiama!
Robe da matti! Esclamano alcuni critici tradizionalisti quelli che: “Insomma: un quadro è un quadro”. E uno di questi un giorno si arrabbia così tanto, che ne rompe una apposta!
Ancora oggi accade che davanti a queste creazioni completamente fuori da ogni nostra tradizione pittorica, qualcuno esclami a gran voce “Ma questo lo sapevo fare anch’io!!!”.
E bravo! E allora perché non l’hai fatto??
“Perché credevo, mi sembrava, non avevo il coraggio di…” o semplicemente: “Perché non mi sarebbe venuto mai in mente”
Ecco, appunto! La mente di un artista è un vulcano in eruzione, butta fuori di tutto! Metalli buoni, polvere e lapilli!
Divorare l'arte. La preistoria della performance.
Allora molto meglio stare al suo gioco, come fecero coloro che andarono alla mostra “Divorare l’arte” e si mangiarono, in barba a tutte le leggi d’igiene, l’uovo sodo, cotto personalmente da Manzoni e marchiato con la sua impronta digitale!
Ci fu anche qualche furbone che l’uovo sodo non lo mangiò e anzi lo mise in una bella scatoletta, come fosse un gioiello…
Effettivamente con quello che valgono adesso queste uova, possiamo dire che chi le ha conservate ha fatto un affare, ma volete mettere la soddisfazione di potersi mangiare un’opera d’arte??
Del tipo: “Cosa vuoi a colazione tesoro, pane e nutella” “No, grazie, mi sono già mangiato la Gioconda!”.
L’arte è libertà!
Piero Manzoni continuò a sperimentare le soluzioni più folli tra chi lo applaudiva, chi lo criticava ferocemente, chi rideva di lui e chi lo invidiava per le pensate geniali. In pochi anni fa arte in mille modi diversi: sgombra il quadro dai soliti colori, dai soliti gesti e dai soliti disegni facendo così spazio per nuove idee e nuovi materiali come le pagnotte o le grinze della tela stessa.
Ma allo stesso tempo abbandona del tutto la forma del dipinto e, come abbiamo visto, si impegna in opera d’arte che di bello hanno soprattutto il pensiero.
Perché mai – sembra chiederci - costringere le idee sulla superficie piatta del quadro, quando al di là di essa ci sono infinite possibilità?!?”
Noi oggi possiamo dire tutto quello che ci pare delle sue opere e qualsiasi cosa diciamo, sappiamo che ci guarda sornione e sorride.
Sorride Piero Manzoni perché lui lì ci vuole: lì a discutere, a pensare.
E’ arte? Non è arte, chi lo sa. L’importante è continuare a credere che l’arte c'è, che l’arte si può fare.
Anche il mondo,il mondo intero, se sappiamo guardarlo nel modo giusto, è una grande opera d’arte.
Lui ci crede e realizza una “base magica” apposta per il nostro pianeta.
La mette così, a testa in giù, in modo che se mai dovesse arrivare un gigante enorme, la potrebbe prendere in mano e girare. E potrebbe mettere così il nostro mondo, in bella vista sulla sulla sua scrivania!
Questa me la sono inventata però, non è colpa mia! Manzoni mi fa pensare, mi fa inventare, mi fa sentire un po’ artista!
E l’artista, ci spiega Manzoni, deve essere libero e non avere paura di nulla se crede in quello che fa. Solo così la sua esistenza diventa arte e diventerà arte la vita di tutti noi se sapremo metterci (almeno qualche volta) su un piedistallo.

“Non ci si stacca dalla terra correndo o saltando; occorrono le ali” diceva Manzoni.

Forse, possiamo dire noi, adesso che lo conosciamo un po’ meglio, per staccarsi da terra basterebbe anche solo un palloncino colorato, liberato dal filo, desideroso di salire su, su, su nel cielo azzurro!

Note
1. Piero Manzoni (1933-1963).

Il fascino dalle corde vocali


Leggendo il blog di una nuova amica virtuale mi è venuta l'ispirazione per scrivere qui. Ho trovato il soggetto: si chiama Simone Johana Maria Simons è olandese e ha 26 anni. Vocalist degli Epica. Una bellissima donna che potrebbe fare la modella o la presentatrice di patatine fritte ma ha scelto di cantare e secondo me, la sua è stata un'ottima scelta. Nel post sulla voce Marisa ha scritto che "la voce è il nostro tesoro"; se è così la Simons lo valorizza al massimo. La sua voce è profondamente spirituale e badate bene che non mi riferisco a concetti tipo "anima", quando penso alla spiritualità significa che ascoltandola faccio viaggi in posti che non esistono e solo nella mia mente albergano.

Una delle più belle voci del panorama metal assieme a Tarja Turunen e Sharon Den Adel. Una vip che non si è montata la testa (a quanto pare risponde personalmente alle e-mail). Una voce che mi ha conquistato fin da subito. La prima vlta che l'ho ascoltata ho pensato "è sicuramente una donna magnifica, sensuale" non in questi termini (ma era meglio tradurre nel linguaggio consono al blog). Poi l'ho vista e ho pensato che fosse addirittura meglio di quanto potessi immaginarla. Con questo cosa voglio dire? Una bella voce corrisponde a um'estetica straordinaria? Nient'affatto. I gusti non sono uguali per tutti sia in fatto di estetica che arte. Però una voce come questa ti affascina (da quello che so affascina anche donne etero) e non necessariamente dal punto di vista erotico. Questa voce mi "cattura" ogni volta.





Chi conosce il Metal sa che gli Epica sono uno dei gruppi più importanti degli ultimi 10 anni di storia del genere, un gruppo che ama sperimentare molto. Tuttavia non sarebbero gli stessi senza l'apporto di Simone e non si può dire il contrario. Infatti Tarja Turunen sta avendo un grande successo da solista mentre la sua ex band (Nightwish) è in declino. La Simons sta  agli Epica come Mercury sta ai Queen (lo so che il paragone è pesante!) Tutto questo casino solo per dire quanto mi affascini la voce di questa donna.