Blog di resistenza all'incedere del brutto


Per me la bellezza è Kurt Cobain che sfascia una Fender, è Mila Kunis che infila la lingua in gola a Natalie Portman, è una domenica mattina dannatamente post-alcolica. Cannibal Kid

Bellezza è un'umanità creata dallo scandito rincorrersi degli opposti, senza ripensamenti. La mia bellezza è libertà. Saharajoyce


continua...

martedì 27 dicembre 2011

Bruci la città e crolli il grattacielo

Se voi dite ai grandi:"Ho visto una bella casa in mattoni rosa, con dei gerani alle finestre, e dei colombi sul tetto" loro non arrivano a immaginarsela. Bisogna dire: "Ho visto una casa di centomila lire", e allora esclamano: "Com'è bella" (da Il piccolo principe)

Questo passo del libro mi ha fatto riflettere su ciò che noi umani vediamo erroneamente come "bello". Tutti penso abbiate almeno un conoscente che sia pazzo per le metropoli e per la cosiddetta skyline. Tutti vi sarete chiesti (e per tutti mi riferisco ai ladri) "ma che ci trova di bello nei grattacieli?". Mi ricordo che molte persone andavano in estasi guardando le foto delle Torri gemelle, c'è chi va matto per la Torre Eiffel (che per me resta pur sempre ferraglia) ma almeno ha una sua forma particolare! Ci sono persone che adorano i grattacieli, altre che impazziscono ascoltando i rumori della città. Il problema è che questi estimatori del caos e delle luci sfavillanti, abitano TUTTI in campagna nella totale serenità. Voi ce li vedreste nel centro di Tokyo o di Città del Messico?

La gente oggi ha perso il gusto delle belle cose. La gente oggi vede la bellezza dove regna solo il denaro. In fondo cosa sono le nuove grandi costruzioni, cos'è questa ricerca della quota più alta? Nient'altro che una dimostrazione di cosa si può fare con i soldi. Gli stramaledetti soldi che non rappresentano niente di veramente bello.

D'altro canto sono certo che voi tra questo


e questo 


sappiate riconoscere la vera bellezza.



Vieni, vieni in città 
che stai a fare in campagna? 
Se tu vuoi farti una vita 
devi venire in città. 

Com’è bella la città 
com’è grande la città 
com’è viva la città 
com’è allegra la città. 

Piena di strade e di negozi 
e di vetrine piene di luce 
con tanta gente che lavora 
con tanta gente che produce. 

Con le réclames sempre più grandi 
coi magazzini le scale mobili 
coi grattacieli sempre più alti 
e tante macchine sempre di più. 

Com’è bella la città 
com’è grande la città 
com’è viva la città 
com’è allegra la città. 

Buon 2012!

venerdì 23 dicembre 2011

Sull'amore

Tu chiedi che cosa sia l'Amore.

E' quella forza potente che ci attrae verso tutto quello che concepiamo o temiamo o speriamo fuori di noi stessi, quando scopriamo nei nostri pensieri l'abisso di un insaziabile vuoto e cerchiamo di risvegliare in tutte le cose che esistono, una consonanza con quello che proviamo dentro di noi. Se ragioniamo, vorremmo essere intesi; se immaginiamo, vorremmo che gli eterei figli del nostro cervello rinascessero nel cervello di un altro; se sentiamo, vorremmo che i nervi altrui vibrassero con i nostri, che i raggi dei loro occhi in un solo istante si accendessero e si unissero e si fondessero coi nostri, che due labbra tremanti e ardenti del più puro sangue non si posassero su labbra glaciali e immobili. Questo è l'Amore. Questo è il legame e il consenso che unisce un essere umano non solo a un altro essere umano, ma a tutte le cose viventi. Nasciamo, e c'è qualcosa in noi che dall'istante che prendiamo a vivere ed esistere, aspira a quanto gli è simile. Noi percepiamo oscuramente nella nostra natura intellettuale quasi una riproduzione in miniatura di tutto il nostro essere, ma spoglio di tutto ciò che disapproviamo o disprezziamo, il prototipo ideale di ogni cosa eccellente e bella che riusciamo a concepire per la natura umana. Non è soltanto il ritratto del nostro essere esterno, ma un insieme delle più tenui particelle di cui la nostra natura si compone: uno specchio la cui superficie riflette solo le forme pure e brillanti: un'anima dentro la nostra anima che traccia un cerchio attorno al suo Paradiso, che la sofferenza, il dolore e il male non osano oltrepassare. A quest'anima noi riferiamo ansiosamente tutte le nostre sensazioni, col desiderio ardente che vi possano assomigliare o corrispondere. La scoperta del suo antitipo: l'incontro con un'intelligenza capace di stimare con chiarezza le deduzioni della nostra, con un'immaginazione che dovrebbe penetrare e impadronirsi delle sottili e delicate intimità che è stata nostra gioia coltivare e dispiegare in segreto, con un corpo i cui nervi, come le corde di due lire che accompagnano un'unica deliziosa voce, vibrassero insieme ai nostri - e tutto questo in proporzione a ciò che l'ideale tipo interiore chiede: ecco il fine invisibile e irraggiungibile cui l'Amore aspira; e per raggiungere il quale, esso incita le facoltà dell'uomo a fermare la più labile ombra del bene, la cui privazione non dà riposo né tregua al cuore che ne è dominato. Perciò nella solitudine, o in quello stato di abbandono in cui siamo circondati da esseri umani che tuttavia non ci comprendono, noi proviamo amore per i fiori, per l'erba, per le acque e il cielo. Anche nel muoversi delle foglie a primavera, nell'aria azzurra, si scopre allora una segreta corrispondenza con il nostro cuore. C'è un'eloquenza nel vento senza voce e un dolce canto nei ruscelli che scorrono e nel fruscio dei giunchi sulle loro sponde che, grazie alla loro segreta armonia con qualcosa nella nostra anima, risvegliano gli spiriti a una danza estatica, e fanno sgorgare lacrime di misteriosa tenerezza, come l'entusiasmo per la voce di una donna amata che canta per te solo.

(Libera riduzione da "Sull'Amore" di Percy Bysshe Shelley) 


(Foto: Viktor Stois)


Tu sei bella, e poche son più belle
     fra le ninfe dei mari e della terra;
son vesti che stan bene a chi le porta
     queste tue membra soavi che, muovendosi,
sempre cadono e cambiano e scintillano,
mentre la vita in esse danza.

(...) 
Come rugiada sotto il soffio del mattino,
     come il mare quando i turbini lo destano,
come gli uccelli all’avviso del tuono,
     come ogni cosa muta, ma nel profondo scossa,
come chi sente uno spirito invisibile,
così è il mio cuore quando il tuo è vicino.


(frammenti di "A Sofia" Percy Bysshe Shelley - versione integrale ed originale qui )


Buon Amore a tutti
Aria

mercoledì 21 dicembre 2011

Bach, toccata e fuga per bicchieri



Clap, clap, clap. E alla fine potremmo anche adoperare i bicchieri per un brindisi.

Buone feste, per quanto possibile di questi tempi, a tutti voi, ladri e seguaci di ladri. Un grande abbraccio.

martedì 20 dicembre 2011

Agli occhi della gente sarai uno stravagante

"I creativi sono sempre ritenuti folli. Il mondo li riconosce ma molto in ritardo; si pensa sempre che manchi loro qualche rotella. I creativi sono gente eccentrica. Tutti i bambini nascono con la capacità di essere creativi. Senza alcuna eccezione, tutti i bambini tentano di essere creativi ma noi non glielo permettiamo. Cominciamo subito a insegnar loro il modo giusto di fare le cose e una volta che lo hanno imparato diventano dei robot: in seguito ripeteranno sempre la cosa giusta.

Più lo fanno, più diventano efficienti e più diventano efficienti più sono rispettabili. A un certo punto tra i 7 e i 14 anni nel bambino si verifica un grande cambiamento. Gli psicologi stanno facendo degli studi... cosa accade e perché? Tu possiedi due menti, due emisferi. L'emisfero sinistro non è creativo. Dal punto di vista tecnico è molto efficiente ma per ciò che riguarda la creatività è assolutamente impotente. Può fare solo qualcosa che ha già imparato e la può fare nel modo migliore alla perfezione: è meccanico. Questo emisfero sinistro è l'emisfero della logica, della matematica, del ragionamento.

E' l'emisfero dell'ordine, del calcolo, della disciplina, dell'astuzia. L'emisfero destro è semplicemente l'opposto. E' l'emisfero del caos, non dell'ordine; della poesia, non della prosa; dell'amore, non della logica. Il creativo ha una spiccata propensione per la bellezza e una notevole capacità di essere originale ma non è efficiente, deve continuamente fare esperimenti: non può fermarsi da nessuna parte; è un vagabondo, si porta la tenda sulle spalle. Certo si può fermare per una notte ma al mattino sarà ripartito... Fermarsi per lui equivale a morire. E' sempre pronto a rischiare, il rischio è il suo innamoramento. Questo è l'emisfero destro.

Quando un bambino nasce il lato destro è attivo, quello sinistro no. Poi cominciamo a impartirgli i primi insegnamenti, in modo ignorante e non scientifico. Nel corso dei secoli abbiamo imparato come spostare l'energia dall'emisfero destro al sinistro, come bloccare l'uno e fare funzionare l'altro. La scuola fa solo questo: dall'asilo all'università la cosiddetta istruzione non è altro che uno sforzo per distruggere l'emisfero destro e sostenere il sinistro. Da qualche parte tra i 7 e i 14 anni ci riusciamo e il bambino viene ucciso, distrutto. A questo punto non è più selvaggio, diventa un cittadino.
Impara la via della disciplina, del linguaggio, della logica, della prosa. Inizia a competere nella scuola, diventa un egoista, acquisisce tutte le nevrosi della società. Si interessa ai soldi e al potere.

Comincia a pensare a come diventare più educato per essere più ricco e potente, avere una casa più grande e qualsiasi altro agio. Il centro della sua attenzione si sposta. L'emisfero destro comincia allora a funzionare sempre meno oppure funziona solo nei sogni, nell'inconscio profondo. O talvolta quando si assume una droga. La grande attrazione che esiste in Occidente verso le droghe è dovuta semplicemente al fatto che lì l'emisfero destro è stato completamente distrutto, grazie a un'educazione coatta. L'Occidente è diventato troppo civilizzato; cioè è arrivato a un estremo. Adesso sembrano non esserci altre possibilità; se nelle università e nei college non si iniziano a usare mezzi che aiutino l'emisfero destro a rivivere, le droghe non scompariranno…

Il criminale non è chi assume le droghe, ma il politico, l'educatore. Sono loro i colpevoli: hanno costretto la mente umana a un tale estremo da creare il bisogno di ribellarsi. Ed è un bisogno spasmodico! La poesia è completamente scomparsa dalla vita della gente e così la bellezza... I soldi, il potere, il prestigio sono diventati gli unici idoli... Se al bambino venisse insegnato che entrambe le menti gli appartengono e imparasse a usarle tutte e due e gli venisse spiegato quando usare l'una o l'altra... Esistono situazioni in cui è necessario solo l'emisfero sinistro, in cui hai bisogno di ragionare: al mercato, nelle faccende della vita di tutti i giorni.

E ci sono occasioni in cui hai bisogno dell'emisfero destro... Distruggi allora tutto ciò che la società ti ha fatto, tutto ciò che genitori ed educatori ti hanno fatto. Distruggi tutto ciò che il poliziotto, il politico, il prete ti hanno fatto: e sarai di nuovo creativo, proverai di nuovo quel brivido che avevi all'inizio. E' ancora lì in attesa, represso e si può sprigionare...
Naturalmente avrai bisogno di molto coraggio, perché quando cominci a disfare ciò che la società ti ha fatto, perderai ogni rispettabilità. Non sarai più considerato una persona degna di stima. Comincerai a sembrare un eccentrico; agli occhi della gente sarai uno stravagante. la gente penserà: quel poveraccio, ha perso qualche rotella...

Ecco il coraggio più grande: affrontare una vita in cui la gente penserà che sei stravagante...."

Osho - “La via del cuore
[rubato stamane qui]

lunedì 19 dicembre 2011

quale mito



… il diavolo è solo una scusa. Quello che potreste vedere non è altro che il riflesso della vostra immagine. Chi vi fa dire oscenità spaventose siete voi stessi interpellati in maniera fugace, incapaci di conoscere, limitati dalla smania di potere. Nessuno vi afferra dal basso, nulla piomba dall'alto su ali piumate. La vostra mediocrità è già tragedia. La commedia si appropria ormai dell'ottusità, della miseria dello spirito. Voi stessi vi avvoltolate marci e in via di decomposizione. Potrebbe diventare così semplice tentare nuove possibilità salvifiche. Sento una putrida palude nella quale c'è rischio di sprofondare, ma vedo una dimensione surrealista, dipinta con maestria e incommensurabile arte; sono travolta da una vertigine, vivo un'esperienza sensoriale annichilente, viro verso la trasformazione. Il paradosso: una visione, non vorrei più riemergerne. Vorrei continuare a sperimentare spingendomi forte verso una comprensione dell'incredibile. Reazione sperata, significante: fuori dalla povera realtà, dentro il mito. In principio era l'azione. Faust. Poche parole poco esplicative per non dire ch'ho goduto del film di Aleksandr Sokurov.

Niente di più, solo le immagini splendide di un amico che nell'arte si perde e dell'arte si folgora. Qui La quadratura del cerchio.

martedì 13 dicembre 2011

Abituarsi al bello fa riconoscere i mostri

Grazie ad un articolo di Doriana Righini pubblicato nel suo Sud-Degenere scopro Rosaria Iazzetta, una giovane artista che dalla Campania alla Calabria, dove è docente di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, passando per il Giappone, dove è stata ricercatrice ed ha lavorato per cinque anni. Le sue opere sono un esempio di "Arte come strumento di protesta sociale, come veicolo di messaggi contro il sistema dei consumi, per svelare le mistificazioni della quotidianità di un Sud dove il sistema mala-vita sembrerebbe non consentire alternative. Ma è proprio l’arte, forse, attraverso i suoi messaggi, a restituire quella speranza che spesso sembrerebbe mancare. Rimettere in discussione la nostra posizione nel mondo, coltivando nuovi atteggiamenti nei confronti di noi stessi, indagando in profondità i nostri desideri ed esprimendoli, occupando gli spazi pubblici con essi, con la nostra fantasia, con le nostre competenze, con i nostri corpi". Mi piace chiudere il 2011 con questa artista che attraverso la bellezza dell'arte cerca di contrastare il  "brutto", nelle sue molteplici dimensioni, non solo estetiche ma anche sociali e politiche come Billy Holiday con il suo Strange Fruit, il post con cui avevo inaugurato la mia avventura con la banda dei ladri di bellezza. Buon fine/inizio anno a tutte/i da Marginalia.

lunedì 5 dicembre 2011

Quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia!

Buona sera cari colleghi ladri, furfanti e lestofasnti di ogni risda.
Cari favoreggiatori, fiancheggiatori e sbandieratori.
Iniziai la mia avventura qui con un post  che non avevo ideato io. Vi ricordate le parole di  un grande letterato contemporaneo? Ebbene, ho deciso tomo tomo cacchio cacchio di concludere quest'anno solare con le parole di un altro grande della letteratura, si può dire in questo caso "classica". Un brano di un celebre romanzo il quale non ha bisogno di presentazioni (né tantomeno l'autore). Un brano che trovo dannatemente attuale oltre che perfetto per essere incastonato nel nostro blog.

Possedete una splendida giovinezza, e la giovinezza è l'unica cosa degna di esser posseduta." "Non mi sembra, Lord Enrico." "Non vi sembra adesso. Ma un giorno, quando sarete vecchio, rugoso e brutto, quando il meditare vi avrà scavato nella fronte i suoi solchi, e le passioni avranno marcato le vostre labbra col loro orribile fuoco, vi sembrerà, e vi apparirà terribile. Ora, dovunque andiate portate con voi la gioia. Ma sarà sempre così?... Avete un volto meraviglioso, signor Gray, non accigliatevi: lo avete. E la bellezza è un aspetto del genio, è più alta, anzi, del genio perché non richiede spiegazioni. è una delle grandi cose del mondo, come la luce del sole, o la primavera, o il riflesso nell'acqua cupa di quella conchiglia d'argento che chiamano luna. Su di essa non si può discutere: ha un divino diritto alla sovranità, rende principi coloro che la possiedono. Sorridete? Non sorriderete quando l'avrete perduta... Si dice che spesso la bellezza sia cosa superficiale; può essere, ma non sarà mai superficiale come il pensiero. per me la bellezza è la meraviglia sovrana. Solo la gente mediocre non giudica dalle apparenze: il vero mistero del mondo è il visibile, non l'invisibile. Sì, signor Gray, gli dèi sono stati benigni con voi, ma gli dèi non indugiano a riprendersi ciò che danno. Avete solo pochi anni per vivere realmente, perfettamente e pienamente. Quando la gioventù vi abbandonerà, la bellezza si affretterà a seguirla, e allora vi accorgerete ad un tratto che non vi sono più trionfi per voi e dovrete contentarvi di quei mediocri trionfi che il ricordo del vostro passato renderà amari più che disfatte. Ogni mese si avvicina, scomparendo, a qualche cosa di terribile; il tempo è geloso di voi e fa guerra ai vostri gigli e alle vostre rose. Si spegneranno i vostri colori, le vostre guance si incaveranno, gli occhi perderanno il loro lampo; e soffrirete tremendamente... Ah! godete la giovinezza finché la possedete, non sprecate l'oro dei vostri giorni dando ascolto a gente noiosa, cercando di sostenere fallimenti senza speranza, gettando la vostra vita agli ignoranti, ai mediocri, ai volgari. Questi sono i fini malsani, i falsi ideali della nostra età. Vivete! Vivete la meravigliosa vita che è in voi. Nulla di voi deve andare perso. cercate sensazioni sempre nuove, non abbiate paura di nulla... Un nuovo edonismo: ecco ciò che manca al nostro secolo. E voi potete essere il simbolo visibile. Con la vostra persona, nulla vi è vietato: il mondo è vostro per una stagione... Appena vi ho visto mi sono accorto che ho sentito di dovervi svelare un poco di voi stesso. Mi è sembrato veder già la tragedia di una vostra vita sprecata: perché così poco durerà la vostra giovinezza... così poco! Gli umili fiori di campo appassiscono, ma tornano poi a fiorire; il prossimo giugno l'avorno sarà dorato come adesso; tra un mese questa clematide sarà coperte di stelle purpuree e di anno in anno la verde notte delle sue foglie racchiuderà quelle stelle di porpora. Ma la nostra gioventù non torna mai indietro, il palpito di gioia che batte in noi a vent'anni si fa torbido, si indeboliscono le nostre membra, i sensi si corrompono. E noi degeneriamo in ripugnanti fantocci ossessionati dal ricordo di passioni di cui avemmo troppa paura e di tentazioni squisite a cui non osammo abbandonarci. Gioventù! gioventù! Nulla v'è al mondo che valga la gioventù." 

Da Il ritratto di Dorian Gray

domenica 4 dicembre 2011

Spiral Jetty

Spiral Jetty

Opera icona della Land Art, opera simbolo, intima e monumentale, la Spiral Jetty (molo a spirale) di Robert Smithson (Passaic, New Jersey, 1938 - Amarillo Ramp, 1973) è stata ultimata nel 1970 su di una riva del Grande Lago salato nello Utah, USA. Il famoso profilo della sua spirale si basa sullo schema geometrico della sezione aurea, dove un segmento tematico è ripetuto, variato e moltiplicato nel ritmo del proprio vortice. Il simbolo di un percorso come movimento, tempo, materia, spazio, che cresce e si consuma. La forma ipnotica per eccellenza. Un disegno, un grande quadro, una immensa scultura, in cui l'artista ha usato le pietre come matite, la terra e l'acqua come colori, il cielo e l'orizzonte come il più grande spazio disponibile. L'ininterrotta metamorfosi delle cose tra aria, acqua, terra, fuoco. La spirale microscopica del preistorico "Nautilus", il più antico fossile che conosciamo. La spirale macroscopica delle galassie. Un luogo, un'opera insieme vicinissima e remota, arcaica e avveniristica. Fango, cristalli di sale, rocce, acqua. Fango, sabbia, cristalli di sale, cielo, rocce, acqua, sangue.

La spirale una volta mi smosse nel profondo la comunione della vita mia con la Terra tutta. Quella volta che sulla cima di una montagna accostai l'orecchio a una grande conchiglia e mi parve di essere in riva al mare. La sensazione mi è rimasta. Per sempre.