venerdì 27 maggio 2011

la maledizione di Hope


Il banchiere Hope acquistò la gemma per una somma astronomica e le diede il suo nome. Il diamante passò in eredità ai suoi discendenti. La coppia, formata da Lord Francis Hope e da Mary Yohe, si divise dopo aver ricevuto la pietra, e Mary stessa, che prima di toccare il diamante era una cantante famosa, finì i suoi giorni sul lastrico. Il nuovo detentore di Hope, Jacques Colot, impazzì e vendette il diamante al principe russo Kanitovsky, suicidandosi subito dopo. Kanitovsky lo donò a una ballerina delle Folies Bergère di cui si era innamorato, ma quando scoprì che lei lo tradiva le strinse le mani intorno al collo e la strangolò con tutte le sue forze. Il principe quindi durante la rivoluzione fu linciato dalla folla, che ne fece il corpo a brandelli.
Il gioielliere greco Simon Matharides, subito dopo l’acquisto, si sfracellò sul fondo di un burrone, e nessuno riuscì mai a scoprire se si sia trattato di suicidio o di omicidio. Un anno dopo avere comperato Hope, il sultano Abdul Hamid fu deposto ed impazzì. Habib Bey non fu più fortunato, in quanto morì annegato. La Pierre Cartier rivendette il diamante al proprietario del Washington Post, Edward Beale McLean, che lo donò alla moglie, Evelyn Walsh. Il contratto stipulato da Cartier e McLean prevedeva che «se entro sei mesi dall’acquisto del diamante fosse capitata qualche disgrazia alla famiglia di Edward B. McLean, Hope sarebbe stato scambiato per altri gioielli di valore equivalente». Dapprima morì la madre di McLean. Seguirono le due cameriere. Il primogenito di Mc Lean, dieci anni, un giorno si lanciò di corsa in mezzo alla strada e finì investito da un’auto.
McLean, in preda all’angoscia, divorziò dalla moglie, cominciò a bere e nel 1933 un tribunale lo dichiarò incapace di intendere e di volere, costringendolo a rinunciare alla direzione del Washington Post. Evelyn era però una donna libera e non credeva nelle superstizioni. Continuò quindi a esibire il diamante in bella mostra sul decolté. Nel 1946 sua figlia si suicidò con un’overdose di barbiturici. Tempo prima, in occasione del suo matrimonio, aveva indossato il diamante Hope. Evelyn lo tenne fino al giorno in cui morì.
Harry Winston, terrorizzato da questa serie di sventure, poco dopo avere ricevuto il diamante lo donò allo Smithsonian Institution di Washington, dove si trova da 50 anni nel corso dei quali non si sono più verificate disgrazie.
Il fascino dei diamanti travolge un po' tutti sia uomini che donne anche se con motivazioni diverse.
C'è uno slogan che dice “un diamante è per sempre” e sicuramente per una donna lo è, il diamante diventa parte integrante dell'abbigliamento ed è quasi un'identificatore della personalità femminea.
L'uomo invece se ne occupa per ragioni meramente economiche cioè si occupa dello sfruttamento minerario, calcola il suo guadagno e la spesa quando è inevitabilmente obbligato a regalarlo alla sua compagna.
Le storie o le varie maledizioni che poi accompagnano il passa mano di un grosso diamante di valore quasi incalcolabile contribuiscono a supportare l'interesse verso questo oggetto che è un semplice minerale che Madre Natura nella sua magnanimità regala all'umanità scellerata.

7 colpacci:

Beh, tanti tanti tanti anni orsono il video di Madonna Material Girl remake di Diamonds are a girl best friend di Marilyn Monroe si concludeva con lei che saliva sul furgoncino scassato di un fidanzato stempiato e sfigato che le regalava un mazzetto di fiori di campo cui lei rispondeva con un enorme sorriso :-)
E per illuminare il viso anche due strass come orecchini e la felicità dentro possono bastare...

Mia cara Minerva, di sicuro in pochi si possono permettere quel tipo di regalo e certamente il mazzetto di fiori di campo è sempre una garanzia ma io penso che nessuna donna direbbe di no ad un diamante.
Non credi?

Ahem, posso assicurarti che io direi di no: i diamanti non me li porterei addosso per paura di scippi e tantomeno nella tomba - poco ma sicuro che me lo rivenderei e spenderei in progetti culturali, viaggi e darei cene per gli amici, con cibo, vino e ogni ben di dio :-D
Anche i fiori non me li porterei nella tomba. Ma sono sempre stata incantata davvero dal fatto che qualcuno pensasse a me e basta - e pertanto ho sempre imposto ai miei fidanzati regali sotto le 5.000 lire quando c'era la lira e i 3 euri ora che c'è l'euro.
Il fatto che qualcuno mi pensi, scelga qualcosa per me, immagini cosa mi possa piacere, anticipi nella sua mente l'immagine del mio sorriso quando riceverò il suo regalo per me è già fonte di infinito piacere e felicità :-)
Però la storia che hai raccontato nel tuo post è interessante, e anche il blu della foto è bello. Mi ricorda quello del mio adorato Klein :-)

Sapevo della maledizione ma non conoscevo tutta l'interessante storia... Devo dire che non ho mai capito il fascino dei diamanti e pure delle altre pietre preziose (nel senso che se fossero dei pezzi di vetro per me sarebbe uguale) :-)

Marisa! Che storia! Comunque nel caso qualcuno volesse coprirmi di diamanti, io non sono per niente superstiziosa!

"è un semplice minerale" ma raro, come l'oro che è un metallo assolutamente inutile, eppure...

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