mercoledì 4 maggio 2011

non essere




l'altro ieri stavo mentalmente riascoltando so what, indiscusso capolavoro del divino miles, da kind of blue (1961) che, come spesso è capitato per gli album di davis, ha segnato una svolta nella musica contemporanea e ne è stata una pietra miliare. una cosa del genere: da qui in avanti le cose non potranno più essere le stesse.

kind of blue è semplicemente un album perfetto, dove tutti i musicisti erano in stato di grazia e hanno dato il meglio di sé sotto la guida esperta di davis, di cui continuo a pensare che il miglior talento fosse quello di riunire le menti migliori in circolazione. ma al di là di questo, che comunque è un merito oggettivo del divino, mi domandavo: che cos'è che mi fa apprezzare davis più di ogni altro?

l'immagine riporta la trascrizione delle prime sedici battute di assolo di davis (a partire da 1'31") e di coltrane (da 3'26") in so what: due maestri indiscussi, ma che diversità di stile! tanto sobrio e minimale l'uno quanto logorroico l'altro - la differenza è apprezzabile già a livello visivo, si veda quanto più nera è la trascrizione di coltrane. io coltrane lo amo, ma davis (forse si sarà capito) lo adoVo, e proprio per quello che non dice.

è vero, davis è passato alla storia come il musicista che ha più sbagliato nella storia del jazz, ma se da un certo punto in avanti ha scelto di rendere il suo stile più asciutto e sobrio, non è stato per incapacità: è stata una scelta meditata, di chi sa, ma non sente di doverlo necessariamente dimostrare. in altre parole, davis sarebbe stato capacissimo di fare un assolo come quello di coltrane, ma ha preferito suonare la metà delle note, lasciando spazio alla meraviglia e all'immaginazione.

e anche nella vita, quanto di più ammiro coloro che non stanno continuamente in vetrina, quelli che ti danno solo un indizio di sé e lasciano il gusto di scoprire le proprie profondità solo a coloro in grado di cogliere una sfumatura, una citazione, un rimando. un po' come quando renée getta l'amo le famiglie felici sono felici tutte allo stesso modo e kakuro coglie la citazione e gliela completa.

non è snobismo, non è spocchia: non tutto è per tutti. possedere la capacità di apprezzare la bellezza presuppone una profondità d'animo sufficiente per farlo, e l'anima è tanto più sensibile quanto più ci si addentra nelle sue profondità. negli strati più reconditi dell'animo umano si entra in punta di piedi e chiedendo permesso, parlando a bassa voce; gran parte dell'umanità si muove invece, per abitudine, come un ippopotamo alla carica. c'è bisogno di difendersi da questo, se necessario nascondendo ciò di cui si è più gelosi, ma anche orgogliosi. sì, c'è il rischio di dare di sé un'impressione incorretta; ma solo ai più superficiali.

e ora, enjoy:







9 colpacci:

Oh Ganfione, anche in questo caso adoVo! Grazie! :-)

intanto ascolto davis (lo adovo anch'io) e in punta di piedi entro nell'anima di questo post...sshhhhh

Miles Davis mi da i brividi, riesce a raggiungere le profondità del mio animo come la musica classica.
"So What","Blue in green", "Autumn Leaves", la sua versione di "Summertime" sono dei veri capolavori!

«Tex W.- Lei sa cosa c’è negli spazi fra le vignette?
…C’è tutta la vita che non è mai stata raccontata. Ci sono le vicende che non diventano storie – per scelta o più spesso per caso – e si perdono nei gorghi del tempo che passa. Ci sono le occasioni non colte, le cose che non vogliamo ricordare o non vogliamo sapere di noi stessi e degli altri. Gli spazi fra le vignette sono il sottosuolo della nostra coscienza».

ma direi che gli spazi tra le vignette a volte son più importanti delle vignette stesse, come le note non suonate. è quando troviamo qualcuno che ha riempito quei vuoti con gli stessi nostri pieni inespressi che la bellezza prende forma concreta. conoscibile, ma non indagabile - osservare la bellezza ne cambia istantaneamente lo stato, e sfugge alle definizioni e alle catalogazioni. è un po' come il concetto zen del vuoto: quando lo esperisci, lo riconosci; ma non puoi descriverlo a chi non lo abbia mai esperito, come pure è inutile parlarne a chi lo conosca già. si può condividere, ma non spiegare.

Ganfione mi riempi il cuore (che già è colmo d'amore) con questo post e questa musica, che straripa dalle frasi, dai punti e dalle virgole!

Lo sto riascoltando per la seconda volta, può darsi che ci sia una terza (di seguito). E' anche per trovare di che riempire gli spazi vuoti.

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