venerdì 3 giugno 2011

Staranno bene insieme?

A volte la mia immaginazione, girovagabondando di qua e di là, improvvisa puzzle dall'aria quantomeno bizzarra; così, virando e scuffiando, ha solcato una rotta che intreccia due diverse destinazioni: frammenti di narrazione, parole prensili ed odorose, carnali e visuali ....

<< (...) Ero un ragazzo di città, ma d'estate m'inselvatichivo. Scalzo, la pelle dei piedi indurita come le carrube mangiate sull'albero, lavato all'acqua di mare, salato come aringa, un pantalone di tela blu, odore di pesce addosso, qualche squama in giro nei capelli, andatura a passi corti, da barca. In una settimana non avevo più una città d'origine. Me l'ero staccata di dosso insieme alla pelle morta del naso e della schiena, i punti dove il sole si approfondiva fino alla carne. (...) Era l'estate dei miei sedici anni, stavo su un precipizio di sentimenti. (...) E' bene che le storie dei libri siano senza suono, altrimenti proverei a cantare quelle musiche qui, in mezzo alle pagine>>.
Erri De Luca. Tu, mio.

.... cantati di getto, estemporaneamente ed irrimediabilmente, con le note degli Who.....

Qual è il nesso? Forse il compimento di un rito di passaggio, un oltre: l'adolescenza, abbandonata tra i granelli di sabbia di un'estate isolana, e un lascito di dolore, quello di Tommy che ritrova i sensi perduti.
Forse!


9 colpacci:

un accostamento ben riuscito

Ottimamente riuscito - tanto che m'hai fatto venire una gran voglia di ricaderci dentro, quegli anni, malgrado l'adolescenza sia un periodo drammatico! :-P

Sììììììì!! Che voglia di libertà, mare, sole e pelle salata!!! Grazie, ci voleva sotto tutta questa pioggia!

L'immaginazione, nomade e marinara, vi ringrazia per aver gradito! :-)

Ginevra che voglia dell'odore della salsedine, i sandali e le braghette corte, il camminare sulla spiaggia isolata e un sorso di frescura ...

"e la libertà ha il sapore della realtà". accostamento perfetto, direi: tornare selvatici nonostante la vita cittadina è un po' tornare a una realtà abbandonata, ma mai dimenticata. anche *molto* dopo i sedici anni :-)

@ Sull'Amaca: a chi lo dici, non vedo l'ora anch'io! :-)

@ Ganfione: sì, la vita selvaggia, senza orpelli, svolazzanti e senza pesi, anche "moltomolto" dopo i sedici anni! :-)

Proprio un rito di passaggio, ecco

"Me ne andai di casa nell'anno 1968, mio diciottesimo compleanno, dopo un'infanzia smaltita come una quarantena.

Scelsi il treno, l'orario, non mi affidai al caso di un passaggio: volevo governare la partenza. Presi posto al finestrino e restai fisso a guardare fuori la processione del mio addio. Mentre mi staccavo, la città mi finiva sotto pelle come quegli ami che, entrati dalle ferite, viaggiano nel corpo, inestirpabili."

Sempre Erri De Luca da Napolide.

Bellissimi anche questi passi, Alberto; accompagnano benissimo gli altri, grazie! :-)

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