lunedì 6 giugno 2011

Sinfonie della città: Ruttmann e Goldenbeld

Walter Ruttmann (Francoforte sul Meno, 28 dicembre 1887 – Berlino, 15 luglio 1941) si avvicina alle problematiche avanguardiste del cinema di puro ritmo e astratto realizzando tra il 1919 e il 1925 cinque film, che genericamente intitola Opus (I-V), in cui fa muovere forme geometriche piane nella terza dimensione apparente, riuscendo così a creare l’illusione di cubi, sfere e parallelepipedi che «danzano» su tempi metronomicamente determinati, retti da musiche da lui appositamente composte. Esaurita la ricerca sul cinema astratto, ne applica i risultati sul ritmo nel documentario Berlin: Die Sinfonie der Großstadt(1927, 65min). Film muto, esso viene nondimento musicato con una partitura per orchestra a opera di Edmund Meisel, che potete ascoltare nella clip che vi propongo in questa sede.

Berlin: Die Sinfonie der Großstadt ritrae la vita della città di Berlino in uno stile semi-documentario, in cui le immagini sono montate senza alcun contenuto narrativo esplicito. Nonostante ciò, gli eventi del film sono disposti in modo da simulare il passaggio di un solo giorno (simulata da un assemblaggio di film girato durante il periodo di un anno) dall'alba al tramonto. Le sequenze sono montate sulla base di rapporti di immagine, movimento, punto di vista e contenuti tematici per un totale di cinque atti, e ogni atto è annunciato attraverso una scheda titolo all'inizio e alla fine. Presenti in tutti gli atti treni e tram, che costituiscono un elemento visivo e ritmico ricorrente e di raccordo tra le diverse parti del discorso visivo.


Ho pensato immediatamente a Ruttmann venendo oggi a conoscenza di un'opera presentata di recente a Milano. Akko Goldenbeld ha progettato l'installazione Stadsmuziek, ovvero un carillon in legno di grosse dimensioni collegato a un pianoforte, dove la partitura è costituita da un rullo che riproduce in 3D la mappa della città di Eindhoven nei Paesi Bassi. Le critiche mosse all'opera, pur apprezzata nell'originalità dell'idea, sono relative alla sonorità sgradevole ch'essa produce.

Per chi si occupa di etnografia dei luoghi, però, anche il suono che si genera da una mappa in 3D di una città è fonte di informazioni: possiamo mettere in relazione il suono prodotto con l'organizzazione degli spazi abitati e questi ultimi in relazione alle diverse scelte abitative ed esistenziali. Ovvero siamo in presenza di una sequenza sonora che è direttamente prodotta dagli spazi della casa e del lavoro di persone impegnate in diversi movimenti/attività/direzioni specifici e individuali, di contro alla frequente silenziosità della campagna e dell'ambiente naturale dove in gran parte i ritmi e la attività del quotidiano sono comunitari o si disperdono in spazi aperti.

La sonorità stessa così prodotta a me richiama metaforicamente - nella sua dissonanza - l'ambiente sonoro della città che non può non disturbarci, talvolta, ma che sempre è il riflesso dell'esistenza dei suoi abitanti. Per questa ragione, alla fine, a me anche questa assenza di una specifica melodia risulta gradevole: perché in essa - lasciandomi andare all'immaginazione - sento le vite e le anime di coloro che abitano un luogo. Una miriade di vite e anime diverse :-)

4 colpacci:

lo Stadsmuziek è costruito con lo stesso principio dell'organetto progettato nel 1702 da Giovanni Barbieri ed era uno strumento musicale meccanico, realizzato con una serie di canne e un mantice e da un cilindro con delle sporgenze, simili a chiodi o punte che corrispondono, in base alla posizione, ad una particolare nota.
Solo che il tutto era situato al suo interno.
Interessante la combinazione mappa della città-suono, sicuramente da vedere!

Molto, molto interessante ricostruire la vita di un luogo attraverso il linguaggio dei suoni; mi è piaciuto moltissimo il racconto della giornata berlinese, gli sbadigli delle finestre che si riaprono al mondo, ed anche il commento musicale che segna ogni gesto.
Credo anch'io che la sonorità dello Stadsmuziek traduca perfettamente la congerie di esistenze che si sfiorano, si mischiano e si sovrappongono, dando luogo ad un universo dai contorni frastagliati e disarmonici.
Ho gradito tantissimo, grazie!:-)

Davvero un post interessante! Entrambi i video molto originali, delle vere sintesi di città dinamiche e piene di suoni e rumori.
Quoto Ginevra e ringrazio Marisa per l'approfondimento ^^
Ciao!

ho sempre amato il suono dei carillon… sono spesso presenti nei miei ricordi e, quindi, nei miei post! Suggestivo assai!

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