L'affare che mi aveva proposto Minerva mi era sembrato subito interessante ma pensare di entrare a far parte di una banda ben organizzata mi rendeva un po' scettica.
Mi disturbava il pensiero di avere scadenze fisse e conoscendo il mio bisogno di autonomia ho voluto mettere delle condizioni alla mia affiliazione.
Intanto il gruppo pilota della banda si dava un gran da fare per costruire la nostra sede e organizzare l'impianto operativo.
Le mail giravano numerose e affollavano la mia casella di posta ma le proposte entusiastiche che arrivavano invece di coinvolgermi mi scoraggiavano.
Per un po' ho pensato di rinunciare ma il capo della banda mi ha rassicurato dicendomi che non era necessario che partecipassi alla struttura di base, così ho deciso di aspettare.
Finalmente il blog era ultimato e qualcuno ha proposto di incontrarci su skype per brindare all'avvenimento e così è stato.
Quella sera all'ora fatidica eravamo tutti, ops... quasi tutti collegati e ho subito notato che i miei complici sono dotati di grande ironia e prontezza di spirito e questo mi fa ben sperare in un bottino opulento tutte le settimane.
La banda era pronta a partire, si sentiva l'eccitazione e l'ansia di cominciare e così ognuno ha avuto il compito di realizzare un colpo individuale entro martedì che sarebbe stato il giorno del varo.
Sembra facile, mi sono detta, ecco la prima scadenza vedrai che non mi verrà niente in mente ma poi ho capito che ciò faceva parte del rituale dell'affiliazione e ho cominciato a far lavorare le mie celluline grigie.
L'occasione mi è venuta quasi subito perché venerdì scorso dovevo recarmi ad Orvieto per eseguire un concerto nell'ambito delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia sotto la benevolenza del governo italiano testimoniata da una lettera autografata di Gianni Letta, il ricavato della serata è stato devoluto all'Unicef per i bambini giapponesi rimasti orfani dopo lo tsunami dell'11 marzo scorso.
Il concerto si è tenuto nel Duomo, ripreso da rai 1 e sarà trasmesso in mondo visione nei prossimi giorni.
Io c'ero già stata ad Orvieto e mi ricordavo bene del Duomo e della sua bellezza per cui armata di macchina fotografica digitale, mi sono modernizzata anch'io, ho deciso di catturare un pezzetto della sua bellezza.
Siamo arrivati che era giorno ma sebbene piovigginasse, quando mai non piove in Umbria, ho fatto numerosi scatti per cercare il pezzettino da inserire nel bottino della banda.
In realtà tutta la serata è stata molto intensa e grondante di bellezza, in primo luogo il Duomo al suo interno, le pareti della navata centrale e i suoi pilastri sono caratterizzati dall’alternanza di fasce di basalto e travertino di matrice senese che un gioco di luci, per l'occasione, li illuminavano dal basso verso l'alto e cambiavano colore man mano che la Messa di Requiem di Giuseppe Verdi prendeva corpo nello spazio e si elevava verso il cielo.
L'esecuzione è stata magica e se qualcuno di voi si sentirà incuriosito abbastanza per inoltrarsi nell'ascolto e nella visione di quanto ho appena descritto potrà deliziarsi venerdì 22 aprile alle ore 23,40.
Mamma rai da fedele suddita delle direttive politiche destina le trasmissioni culturali in una fascia notturna che è purtroppo preclusa a molti.
Ho finito il concerto e a parte una soddisfazione personale per il lavoro appena compiuto, di ritorno a casa pensavo continuamente al pezzettino di bellezza che ho rubato e che avrei condiviso con i miei nuovi amici.
Fatico a pensare a me come una ladra anche se il mio bottino è la bellezza e mi sento forse più una postina ma questo non conta.
Ecco qui il mio furto
Il rosone della facciata è costituito da un'armatura di colonnine e capitelli, membrature e motivi ornamentali ogivi disposti in doppio giro attorno alla testa del Redentore, che ne rappresenta il centro.
Opera eseguita tra il 1354 e il 1380 e tradizionalmente attribuita al fiorentino Andrea di Cione, detto l'Orcagna, ma forse iniziata da Andrea Pisano (1347-1348), la rosa è iscritta in due cornici quadrate, di cui l'esterna è suddivisa in formelle quadrilobe contenenti cinquantadue testine a rilievo.
Gli angoli compresi tra il cerchio e il primo riquadro sono ornati da mosaici, eseguiti da Piero di Puccio nel 1388 e molto restaurati raffiguranti i quattro Dottori della Chiesa (S. Agostino, S. Gregorio Magno, S. Girolamo, S. Ambrogio).
A contornare il rosone, sempre nel '300, furono realizzate sei nicchie binate per lato, opera di Petruccio di Benedetto da Orvieto (1372-88), all'interno delle quali furono inserite le statue di marmo dei Dodici Profeti.
Più tardo è l'ordine di edicole a forma di conchiglia, compreso tra l'occhio ed il frontespizio; tale soluzione, realizzata da Antonio Federighi tra il 1451 e 1455, elevando la cuspide centrale, ha eliminato lo squilibrio tra l'altezza delle tre sezioni della fronte, dando alla stessa una maggiore verticalità.
Le statue in travertino delle nicchie abbinate rappresentano i dodici Apostoli e sono opere di artisti cinquecenteschi.
Opera eseguita tra il 1354 e il 1380 e tradizionalmente attribuita al fiorentino Andrea di Cione, detto l'Orcagna, ma forse iniziata da Andrea Pisano (1347-1348), la rosa è iscritta in due cornici quadrate, di cui l'esterna è suddivisa in formelle quadrilobe contenenti cinquantadue testine a rilievo.
Gli angoli compresi tra il cerchio e il primo riquadro sono ornati da mosaici, eseguiti da Piero di Puccio nel 1388 e molto restaurati raffiguranti i quattro Dottori della Chiesa (S. Agostino, S. Gregorio Magno, S. Girolamo, S. Ambrogio).
A contornare il rosone, sempre nel '300, furono realizzate sei nicchie binate per lato, opera di Petruccio di Benedetto da Orvieto (1372-88), all'interno delle quali furono inserite le statue di marmo dei Dodici Profeti.
Più tardo è l'ordine di edicole a forma di conchiglia, compreso tra l'occhio ed il frontespizio; tale soluzione, realizzata da Antonio Federighi tra il 1451 e 1455, elevando la cuspide centrale, ha eliminato lo squilibrio tra l'altezza delle tre sezioni della fronte, dando alla stessa una maggiore verticalità.
Le statue in travertino delle nicchie abbinate rappresentano i dodici Apostoli e sono opere di artisti cinquecenteschi.
yuuuuuuuhhh!!!!
sono riuscita a caricare il mio video però la base musicale è rubata da youtube
9 colpacci:
Deve avere un fascino particolare il cantare in una chiesta (ahem, io non partecipo quasi mai a funzioni religiose...), proprio anche come tipo di 'ambiente sonoro' che si crea - complici gli spazi vuoti, l'isolamento dall'esterno, i materiali usati per la costruzione (alcuni fonoassorbenti, altri non so...).
Ché questo blog rischia di diventare anche occasione di imparare, e allora io chiederei risposta in merito a questi miei interrogativi a te, Elena e Sassiccaia :-)
all'interno della banda mi sento sempre più come un personaggio minore di ocean's 11 in mezzo a clooney e brad pitt :)
comunque stasera pubblico un post-spot per pubblicizzare i ladri anche sul mio blog (purtroppo non ho ancora avuto tempo di farlo)
come sarebbe a dire, "quando mai non piove in umbria"?? :-DDD
Andiamo tutti a cantare in chiesa. Poi sostituiremo i libri sacri con i numeri di Topolino.
Oh, quel rosone (che anch'io ho avuto la fortuna di vedere dal vivo) somiglia molto a quello della basilica di Collemaggio a L'Aquila.
E' incredibile come le chiese siano state rimaneggiate nel corso dei secoli, a renderle sempre più belle e armoniche.
Poi, chissà perché, sarà per una questioni di spazi, come dice Cristina, la musica e i i canti nelle chiese hanno un fascino meraviglioso. "Verrò" ad ascoltarti venerdì!
Tutti gli edifici religiosi sono ovviamente sempre costruiti con l'intenzione di affascinare tanto da muovere alla persuasione chi li vede, e quindi un atto di propaganda. Il che non toglie che per me - profondamente animista (ma non cristiana in alcun modo!) - siano contemporaneamente concentrati di 'energia' (ovvero investiti da forza immateriale di speranze, fede, memoria, desideri, sentimenti delle persone che li frequentano e che credono) quanto spogliabili di questa dimensione religiosa per diventare palscoscenici di eccezionali performance profane (penso a quelle innumerevoli di Diamanda Galas in chiese sconsacrate). E personalmente sono queste ultime che preferisco... (però venerdì notte ti seguirò anch'io!).
Oh! Ho seguito e ho goduto all'ascolto della musica corale e posso testimoniare che abbiano un'armonia diversa, bè poi se nomini la Galas, avrebbe con'sacrato' anche un macello o un postribolo! ;) Piacere, Milena *
soggetto della frase precedente: le chiese! :)
Bello, bellissimo bottino, e mi sembra anche di sentire la musica in sottofondo.
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