Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.
Paolo Borsellino
Appuntamento alle ventuno e trenta in via pacini, diceva l'sms. In via pacini? ma perché lì? che brutta zona per andare a piedi da sola... eppure è in centro... che bel posto per una manifestazione... però mi tolgo l'anello di brillanti non si sa mai... e non metto la gonna... che brutta zona... l'anello me lo tengo, mi metto i jeans... no fa caldo, mi stiro i pantaloni di lino...
Martedì ricorreva l'anniversario della morte di Paolo Borsellino, avevo preparato un post ma... che brutta zona, e poi perché lì? di sera per giunta... c'era una via, un incrocio nel cuore di Catania, dove è accaduto qualcosa che merita più di qualsiasi parola io possa scrivere per commemorarlo.
Muoio di caldo lo stesso, prendo una birra, ma questo bar mi è sempre sembrato un postaccio e invece... che brutta zona eppure è in centro... che bella gente... me lo ricordo io quel tipo, occupammo il liceo nel '99, chissà se si ricorda... avrei dovuto mettere la gonna, muoio di caldo anche coi pantaloni in lino... c'era un bar in una via del centro, ad un incrocio nel cuore di Catania, c'era una console, un proiettore, uomini, donne, bambini, tavolini, gente affacciata al balcone, un telo da proiezione e seduto su uno scalino un mio amico che rileggeva concentrato il suo pezzo...
Che brutta zona... carino però il bar... quanta gente... mi metto qui, appoggiata alla transenna, con la mia birra... c'era qualcuno in via pacini, qualcuno che parlava... e parlava di mafia.
C'era molta gente ad ascoltare, sta iniziando...
I fatti, i cavallier, l'arme, gli amori di un'agenda ritrovata
Vita alla blindata di Vittorio Bertone
Vita alla blindata. Quando ne parlano in tv il servizio fa più o meno così: “ci sono dei magistrati che, in nome dello Stato e per lo Stato, mettono a repentaglio la propria incolumità e quella degli agenti posti alla loro sicurezza”. Poi, una volta tornati in diretta, il presentatore dice: "un pensiero particolare va rivolto ai familiari di queste persone. Facciamogli un grande applauso!”.
Vita alla blindata. In quel negozio vicino casa una signora si lamenta con la cassiera: ”ma quando finisce 'sta camurria* dei militari sotto casa dei giudici, che uno ormai non può più posteggiare da nessuna parte. È uno schifo!”. Guardo mia madre e penso: “ma che colpa ne abbiamo noi?”.
Vita alla blindata. C'è quel poliziotto della scorta che ogni mattina saluta la moglie con un bacio sulla fronte. Lei, col sonno ancora appeso a metà, gli dice: “Mi raccomando, stai attento” e lui, lui le sorride e basta.
Vita alla blindata. “Ma tu non hai paura che ti mettono la bomba sotto casa?”.
Vita alla blindata. Anche se i vetri antiproiettile coi kalashnikov, sai, servono a poco.
Vita alla blindata. “In gita è meglio se qualcuno ti accompagna, così... tanto per essere tutti più tranquilli”.
Vita alla blindata. Rimuovere i cassonetti dalle zone adiacenti l'abitazione della personalità protetta. Nelle conversazioni telefoniche non fare alcun accenno ad orari, appuntamenti o spostamenti. Modificare periodicamente il percorso casa/ufficio e viceversa. In autostrada mantenere un’andatura tirata. Posti di blocco e incidenti stradali potrebbero essere inscenati ad arte: contattare immediatamente la sala operativa. Ritardare il rientro: auto sospetta.
Vita alla blindata. “Talia comu sa spacchianu cu di sirene*. Ed io pago...”.
Vita alla blindata. A scuola la professoressa assegna un tema sulle vittime della mafia. Penso a quei ragazzi…
Vita alla blindata. Questa domenica non andiamo a prendere le paste insieme, e mio padre non vuole dirmi perché.
Vita alla blindata. Gli operai della Repubblica italiana riscaldati dalle fredde mura di un’aula bunker.
Vita alla blindata. “Papà, 'mafia' nel tema la devo scrivere in maiuscolo o in minuscolo?”. “In minuscolo, che c’entra il maiuscolo con mafia?”.
Vita alla blindata. “Però con ‘sta storia della mafia finiamola che non è che qui siamo tutti delinquenti! Questi signori con ‘ste indagini qua stanno ammazzando l’economia”.
Vita alla blindata. Palermo, Roma, Milano, Firenze.
Vita alla blindata. Quando telefonano, prima di mettere giù, se ne stanno in silenzio ad ascoltarci: “Pronto? Pronto? Pronto?”
Vita alla blindata. “Ma a quel cristiano - che ha famiglia – chi glielo fa fare dico io”.
Vita alla blindata. Dai balconi penzolano lenzuoli tinti dalla vergogna e strappati dalla rabbia.
Vita alla blindata. “Nel garage rinvenuto un arsenale. Serviva per un attentato”.
Vita alla blindata. Nello spazio riservato ai lettori di un noto fumetto un ragazzo siciliano scrive: “E se i supereroi esistessero per davvero?”.
Vita alla blindata. Eppure la Sicilia è un bel posto.
Vita alla blindata. E nel tema parlo anche dei cosiddetti “uomini d'onore”. Mi chiedo: “e ora come minchia lo devo mettere 'onore' maiuscolo o minuscolo?”. Io, per non sbagliare, lo scrivo rimpicciolito, quasi invisibile.
Tratto da "I fatti, i cavallier, l'arme, gli amori di un'agenda ritrovata", Catania 19 luglio 1992 (2011)
Il testo Vita alla blindata, non è stata la prima delle letture de "I fatti, i cavallier, l'arme, gli amori di un'agenda ritrovata". Vista la difficoltà nel reperire rapidamente l'intera raccolta, l'ordine di pubblicazione dei singoli pezzi non corrisponderà alla presentazione che ho ascoltato. Tale ordine del resto è poco significativo, conto di recuperarli tutti per farli leggere anche a voi.
* camurria: seccatura, fastidio
* Talia comu sa spacchianu cu di sirene: guarda come si vantano con quelle sirene.
[spacchio in siciliano sta per "sperma"; nel catanese perde il senso letterale e acquista quello figurato di "vanto, prodezza, spavalderia", spacchiarsela in gergo equivale a "tirarsela"]
11 colpacci:
Borsellino e gli uomini e la donna morta quel 19 luglio, restano e resteranno in eterno fin quando l'umanità sarà capace di ricordare. Restano nonostante i tentativi di molte istituzioni di seppellire questi fatti. La politica del "non parliamone" purtroppo è trasversale e mira a declassare certi eventi, a far scomparire l'esempio che ci hanno dato. Noi non dobbiamo mollare perchè la mafia esiste ogni giorno e ogni giorno dobbiamo combatterla, a partire da quelle che ci sembrano le cose più semplici.
Grazie.
Sgomento atteso e certo, dal 23 maggio.
Urla ancora oggi. Non abbastanza, però.
eppure. nonostante. quando vivere diventa una concessione.
La mafia ho paura che oggi sia anche (soprattutto?) sposare una mentalità, un modo di fare le cose, un modo di guardare la realtà. Notare le differenze, come quella sera, è sempre un toccasana.
Una mentalità che ha trovato però nuove e inedite connessioni in certa forma mentis diffusissima (e non parlo della Sicilia) - dunque bene parlarne. Nonostante
Borsellino e Falcone avrebbero anche potuto vincere la mafia se avessero avuto un appoggio politico che invece è mancato. Purtroppo ho paura che non si riuscirà mai ad estirparla. Preso un boss, né appare un altro. Ma ormai non è più una cosa solo italiana perché è diventata mondiale. In questi giorni a Marsiglia si stanno sparando addosso, come se fossero ad un poligono di tiro. Ed inoltre non si parla della mafia a livello investimenti finanziari.
Ma, continuiamo a sperare in memoria di questi due integri. Non si sa mai. Buona serata.
strano che una commemorazione non venisse fatta in una grossa piazza. Comunque sempre parlarne di mafia e non abbassare mai la guardia sul cancro della nostra società.
Marginalia cominciare dalle piccole cose non mi par male :)
Elio la legalità forse è un principio che ha ancora molto da maturare, ridurre la questione ad una guerra tra buoni e cattivi come fanno molti è intollerabile e comodo. Quindi continuiamo a sperare :) sì.
nonno enio straniva anche me, eppure forse una via del centro così degradata non poteva essere posto migliore.
Vero, molto vero, continuare a parlarne
mah..
Un buen blog, amigo.
Un abrazo desde Argentina.
Humberto.
www.humbertodib.blogspot.com
Posta un commento