giovedì 9 giugno 2011

frammenti



Non so come descrivere il mio lavoro, perché non è mai la stessa cosa, sarebbe come chiedere a Miles Davis: com'è il suono della tua tromba? Sono graffiti, sono pittura, sono vita quei segni, quel colore di cui s'ammanta un muro, una tela, una lastra di metallo; sono scritti, sono invettiva, sono pensiero quelle lettere, quella rabbia che caratterizza i personaggi ritratti, divisi, sezionati… a tratti si annulla l'intera opera, a volte viene sommersa e ricoperta da un pugno nell'occhio, dal nero di un taglio, dal sangue che corre dalla ferita sempre aperta.


Le città sono lo scenario della sua arte, la materia prima e lo strumento, la sua firma e le sue idee sono riportate indelebili e spruzzate dappertutto, rivoluzionarie o nonsense, si propagano, si diffondono e conquistano, nero su bianco, sottolineate, invadono angoscianti, rabbiose, vogliono costituire corpo e mente della denuncia sociale contro il razzismo, della sua ribellione al conformismo, SAMe Old shift, della lotta ai fantasmi orribili che lo perseguitano. Quale mente? La sua geniale, quale corpo? Parti, membra, selvaggiamente lese ed esposte; le guardi, le accarezzi ed è come se si ricomponessero, come se riacquistassero l'energia perduta, come se riconquistassero l'integrità e la pienezza, verità e mezze verità, depennate ad arte che si riappropriano della propria identità e dell'anima…

Cancello le parole in modo che le si possano notare. Il fatto che siano oscure spinge a volerle leggere ancora di più.
Jean Michel Basquiat



dall'alto: Jean-Michel Basquiat Untitled, 1981 Acrylic and oilstick on canvas;
Jean-Michel Basquiat Riding with Death, 1988 Acrylic and oilstick on canvas;
Jean-Michel Basquiat In Italian, 1983 Acrylic, oilstick, marker, and assemblage on canvas mounted on wood supports.

7 colpacci:

l'importante è creare ed è bello solamente!

Bel Furto: mi piace, complimenti!

Che bello questo post su Basquiat, avevo visto una sua mostra a Parigi qualche anno fa - al museo Maillol - e mi aveva "emozionato" molto.
E poi lui era bellissimo

@tutti: sì, prendo l'aggettivo di Marisa 'in prestito' per dire che quell'uomo ha esercitato un fascino particolare sulla mia formazione e sul mio lavoro.

Grande Basquiat. C'è chi si chiede se sia coerente dalla strada esporre poi nelle gallerie.

Di Basquiat vidi la mostra alla triennale di Milano nel 2006.

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