stamattina a caterpillar AM chiedevano agli ascoltatori di indicare
un libro o un film che per loro fosse stato maggiormente formativo
nell'acquisizione della consapevolezza di ciò che è stata la shoah. io ho indicato, nel profilo facebook della trasmissione, la finestra di fronte, di ozpetek: inannzitutto perché quando sento parlare di shoah (o, con un termine più brutto e inappropriato, di olocausto), noto che noi italiani tendiamo a dimenticare che
la nostra nazione, in uno dei suoi periodi più bui e scellerati, ha
contribuito fattivamente allo sterminio degli ebrei, come se il fatto
che non ci fossero italiani tra i militari nei campi di concentramento
al di là delle alpi ci assolvesse dall'aver consegnato migliaia di
innocenti nelle mani dei loro aguzzini.
e poi perché la scelta di davide veroli di avvertire quante più persone possibile dei rastrellamenti in corso, salvandole dalla deportazione, sacrificando così l'oggetto del suo innamoramento, io la trovo di una bellezza etica superiore. veroli sa che in questo modo la sua vita ne rimarrà per sempre segnata, con un marchio altrettanto indelebile di quello che i sopravvissuti dei lager portano tatuato sul braccio; ciononostante, non ha incertezze nell'anteporre l'interesse e la salvezza di molti al suo privato sentire.
bellezza è anche questo: saper riconoscere quali siano i sacrifici che meritano di esser fatti, saper scegliere chi merita di andare avanti senza porsi la domanda se sia più vantaggioso per noi stessi e saper fare una scelta anche se ci penalizza, in nome di un'etica, di un senso morale ben radicato.
si badi bene, però: nessuno legga in questo una generica apologia del sacrificio, dacché i sacrifici imposti dall'alto e senza motivazioni che io ritengo sufficienti non li ho mai graditi e, specialmente quando sono stati imposti da governi di ladroni e canaglie della più varia specie, che grazie ai miei sacrifici si sono arricchiti, li ho sempre esecrati. sappiate distinguere tra l'ammirazione per chi sa fare un passo indietro per il bene dei più e la commiserazione per quelli che si rendono complici dei loro ricattatori: quelli diventano conniventi con coloro che cercano di strappare la bellezza dalle nostre vite, sostituendola con un senso malinteso del dovere che in realtà è solo rinuncia acritica all'esercizio dei diritti, fino i più elementari, e che porta alla creazione di attriti tra categorie che si vedono come antagoniste e invece hanno un unico comune nemico.
oggi è la giornata della memoria, oggi ricordiamo le vittime di un genocidio: facciamo questo piccolo gesto oggi per tenere viva tutto l'anno la memoria di una scelleratezza compiuta da uomini contro altri uomini. io vorrei che oggi facessimo anche un piccolo gesto di bellezza, qualcosa che ci faccia - anche per un momento solo - prendere le distanze da chi ci vuole condannare all'abbrutimento, qualcosa che testimoni la potenza della bellezza in contrapposizione alla meschinità del brutto e del volgare: dite una cosa carina a qualcuno a cui tenete, manifestate apprezzamento per cose che vi vengono donate senza secondi fini, chiamate qualcuno che non sentite da un po', abbracciate un amico.
perché è la bellezza che salverà il mondo (f. dostoevskij). non il mercato, non i dei ex machina de noantri, non i sacrificicheleuropacichiede, non il 21 dicembre 2012, ma la bellezza.
la bellezza.
e poi perché la scelta di davide veroli di avvertire quante più persone possibile dei rastrellamenti in corso, salvandole dalla deportazione, sacrificando così l'oggetto del suo innamoramento, io la trovo di una bellezza etica superiore. veroli sa che in questo modo la sua vita ne rimarrà per sempre segnata, con un marchio altrettanto indelebile di quello che i sopravvissuti dei lager portano tatuato sul braccio; ciononostante, non ha incertezze nell'anteporre l'interesse e la salvezza di molti al suo privato sentire.
bellezza è anche questo: saper riconoscere quali siano i sacrifici che meritano di esser fatti, saper scegliere chi merita di andare avanti senza porsi la domanda se sia più vantaggioso per noi stessi e saper fare una scelta anche se ci penalizza, in nome di un'etica, di un senso morale ben radicato.
si badi bene, però: nessuno legga in questo una generica apologia del sacrificio, dacché i sacrifici imposti dall'alto e senza motivazioni che io ritengo sufficienti non li ho mai graditi e, specialmente quando sono stati imposti da governi di ladroni e canaglie della più varia specie, che grazie ai miei sacrifici si sono arricchiti, li ho sempre esecrati. sappiate distinguere tra l'ammirazione per chi sa fare un passo indietro per il bene dei più e la commiserazione per quelli che si rendono complici dei loro ricattatori: quelli diventano conniventi con coloro che cercano di strappare la bellezza dalle nostre vite, sostituendola con un senso malinteso del dovere che in realtà è solo rinuncia acritica all'esercizio dei diritti, fino i più elementari, e che porta alla creazione di attriti tra categorie che si vedono come antagoniste e invece hanno un unico comune nemico.
oggi è la giornata della memoria, oggi ricordiamo le vittime di un genocidio: facciamo questo piccolo gesto oggi per tenere viva tutto l'anno la memoria di una scelleratezza compiuta da uomini contro altri uomini. io vorrei che oggi facessimo anche un piccolo gesto di bellezza, qualcosa che ci faccia - anche per un momento solo - prendere le distanze da chi ci vuole condannare all'abbrutimento, qualcosa che testimoni la potenza della bellezza in contrapposizione alla meschinità del brutto e del volgare: dite una cosa carina a qualcuno a cui tenete, manifestate apprezzamento per cose che vi vengono donate senza secondi fini, chiamate qualcuno che non sentite da un po', abbracciate un amico.
perché è la bellezza che salverà il mondo (f. dostoevskij). non il mercato, non i dei ex machina de noantri, non i sacrificicheleuropacichiede, non il 21 dicembre 2012, ma la bellezza.
la bellezza.