Cari Ladri e Favoreggiatori tutti. Sono inadempiente da settimane. Leggo tutto e tutto mi godo, così, aggratis! Mi piacerebbe continuare a riflettere sul bello e sul brutto ma sono schiacciata dal desiderio di coronare un mio vecchio sogno di cui queste righe fanno parte. Nascono per i piccoli ma nelle mie intenzioni dovrebbero incuriosire anche tutti quei grandi che conservano un'anima bambina!
Vediamo un po' cosa ne pensate!
Popò in scatola: Piero Manzoni e le premesse dell'arte concettuale.Ora, non mi guardate così, lo so che sembra incredibile ma c’è stato un artista italiano che ha messo la sua popò in un barattolo dicendo che era un’opera d’arte!
No, per carità non fatelo anche voi, soprattutto perché nell’arte contemporanea le idee bisogna averle per primi, altrimenti non vale, e questa è già stata usata da Piero Manzoni (per fortuna!).
Mi direte, ma com’è possibile che un museo abbia pensato di acquistare quest’opera e anche di esporla come oggetto della nostra ammirazione?
Complimenti per la domanda! Rispondere significa darvi la chiave per comprendere tante sperimentazioni di oggi perché l’autore di quest’opera (e anche di quella popò), è uno dei padri della nostra arte contemporanea.
La trasformazione della banalità in arte.Quando Manzoni realizza questa… ehm… opera d’arte, siamo nell’Italia degli anni Sessanta. I dipinti, o meglio le tele dei pittori, ne hanno viste di tutti i colori: c’è quello che le buca, l’altro che le taglia e poi le ricuce, l’altro ancora che le dipinge tutte di bianco o tutte di nero.
E allora cosa si può ancora fare di totalmente nuovo?
Secondo alcuni, tra cui il nostro Manzoni, tela e pennelli si possono anche abbandonare perché l’importante nell’arte non è più fare belle cose, ma piuttosto ispirare in chi guarda, bei pensieri.
“E allora questo barattolo, cosa vuol dire?” mi chiederete.
Il barattolino ed il suo contenuto stanno a significare che un artista vero deve trasformare in arte tutti i gesti della sua giornata, anche quelli, diciamo, meno eleganti!
Le origini dell'arte concettuale.Nel momento in cui si afferma che la cosa più importante dell’opera è il pensiero che la sostiene, e non la tecnica con cui è realizzata, l’artista diventa libero di comunicare le sue idee nei modi più assurdi e Manzoni è in assoluto tra i più spericolati!
Per esempio un giorno gli viene in mente di soffiare aria in un palloncino e di chiamare l’opera “Fiato d’artista!”.
Pensateci, è un po’ come quando al mare si riempie un bottiglietta di sabbia tiepida con l’illusione che, tornati a casa, basterà guardarla perché tornino il sole e le ore felici.
Allo stesso modo Manzoni lasciava che ci portassimo via un po’ del suo respiro… L’idea è bellissima, non è vero?
Il problema è che ormai alcuni di questi palloncini sono scoppiati! L’artista non c’è più e allora come fare? Non posso mica riempirli io con il mio fiato di mamma!
E’ un po’ come se si fosse rotta la bottiglietta del mare…
E infatti i palloncini scoppiati restano così mogi mogi, ma noi che ne conosciamo la storia ce li immaginiamo belli gonfi come quando Piero, artista un po’ folle, ha voluto metterci dentro un pizzico della sua vita!
Tutto può diventare arte!Ma Piero Manzoni non si limita a regalarci un po’ dì sé. Sa essere anche più generoso e così, pensando a tutti noi e anche a tutte le nostre cose, inventa un piedistallo che chiama “Base magica”
Qualsiasi cosa venga messa sulla base, anche la nonna o il babaccetto del cuore, si trasforma prodigiosamente in un’opera d’arte!
Lui stesso prova a salirci, mettendo bene i piedi sulle impronte che ha disegnato, e poi si lascia ammirare, come se fosse una statua!
Ammettiamolo, quante volte è successo a voi o anche ai grandi, di fermarsi a osservare una “strana cosa” in un museo solo perché era posta su un piedistallo?
E quante volte siamo tornati indietro a guardare un dipinto perché, solo dopo aver letto il cartellino, ci siamo accorti che era di un pittore famoso?
In questo ultimo caso si tratta proprio di una sorta di mania per le cose firmate! Manzoni coglie questa nostra debolezza e ci sorride su!
Per questo un giorno decide di firmare non solo le sue modelle ma anche i visitatori delle sue mostre che diventano così opere d’arte viventi, con tanto di certificato di autenticità. Un giorno già che c’è, firma pure una sua scarpa!
La spettacolarizzazione dell'artista e del suo operare.Devo confessarvi che non tutti erano così entusiasti delle strane opere di questo giovane artista. Molti anzi si indignavano, si arrabbiavano, come quando Manzoni inizia a tracciare con il pennarello nero semplici righe su fogli lunghissimi (addirittura di 7200 metri!) che poi arrotola e mette (anche quelle!) in un barattolo sigillato. “Linee d’artista” le chiama!
Robe da matti! Esclamano alcuni critici tradizionalisti quelli che: “Insomma: un quadro è un quadro”. E uno di questi un giorno si arrabbia così tanto, che ne rompe una apposta!
Ancora oggi accade che davanti a queste creazioni completamente fuori da ogni nostra tradizione pittorica, qualcuno esclami a gran voce “Ma questo lo sapevo fare anch’io!!!”.
E bravo! E allora perché non l’hai fatto??
“Perché credevo, mi sembrava, non avevo il coraggio di…” o semplicemente: “Perché non mi sarebbe venuto mai in mente”
Ecco, appunto! La mente di un artista è un vulcano in eruzione, butta fuori di tutto! Metalli buoni, polvere e lapilli!
Divorare l'arte. La preistoria della performance.Allora molto meglio stare al suo gioco, come fecero coloro che andarono alla mostra “Divorare l’arte” e si mangiarono, in barba a tutte le leggi d’igiene, l’uovo sodo, cotto personalmente da Manzoni e marchiato con la sua impronta digitale!
Ci fu anche qualche furbone che l’uovo sodo non lo mangiò e anzi lo mise in una bella scatoletta, come fosse un gioiello…
Effettivamente con quello che valgono adesso queste uova, possiamo dire che chi le ha conservate ha fatto un affare, ma volete mettere la soddisfazione di potersi mangiare un’opera d’arte??
Del tipo: “Cosa vuoi a colazione tesoro, pane e nutella” “No, grazie, mi sono già mangiato la Gioconda!”.
L’arte è libertà!Piero Manzoni continuò a sperimentare le soluzioni più folli tra chi lo applaudiva, chi lo criticava ferocemente, chi rideva di lui e chi lo invidiava per le pensate geniali. In pochi anni fa arte in mille modi diversi: sgombra il quadro dai soliti colori, dai soliti gesti e dai soliti disegni facendo così spazio per nuove idee e nuovi materiali come le pagnotte o le grinze della tela stessa.
Ma allo stesso tempo abbandona del tutto la forma del dipinto e, come abbiamo visto, si impegna in opera d’arte che di bello hanno soprattutto il pensiero.
Perché mai – sembra chiederci - costringere le idee sulla superficie piatta del quadro, quando al di là di essa ci sono infinite possibilità?!?”
Noi oggi possiamo dire tutto quello che ci pare delle sue opere e qualsiasi cosa diciamo, sappiamo che ci guarda sornione e sorride.
Sorride Piero Manzoni perché lui lì ci vuole: lì a discutere, a pensare.
E’ arte? Non è arte, chi lo sa. L’importante è continuare a credere che l’arte c'è, che l’arte si può fare.
Anche il mondo,il mondo intero, se sappiamo guardarlo nel modo giusto, è una grande opera d’arte.
Lui ci crede e realizza una “base magica” apposta per il nostro pianeta.
La mette così, a testa in giù, in modo che se mai dovesse arrivare un gigante enorme, la potrebbe prendere in mano e girare. E potrebbe mettere così il nostro mondo, in bella vista sulla sulla sua scrivania!
Questa me la sono inventata però, non è colpa mia! Manzoni mi fa pensare, mi fa inventare, mi fa sentire un po’ artista!
E l’artista, ci spiega Manzoni, deve essere libero e non avere paura di nulla se crede in quello che fa. Solo così la sua esistenza diventa arte e diventerà arte la vita di tutti noi se sapremo metterci (almeno qualche volta) su un piedistallo.
“Non ci si stacca dalla terra correndo o saltando; occorrono le ali” diceva Manzoni.
Forse, possiamo dire noi, adesso che lo conosciamo un po’ meglio, per staccarsi da terra basterebbe anche solo un palloncino colorato, liberato dal filo, desideroso di salire su, su, su nel cielo azzurro!
Note
1. Piero Manzoni (1933-1963).