Blog di resistenza all'incedere del brutto


Per me la bellezza è Kurt Cobain che sfascia una Fender, è Mila Kunis che infila la lingua in gola a Natalie Portman, è una domenica mattina dannatamente post-alcolica. Cannibal Kid

Bellezza è un'umanità creata dallo scandito rincorrersi degli opposti, senza ripensamenti. La mia bellezza è libertà. Saharajoyce


continua...

domenica 22 marzo 2020

La più piccola luce anche nel più profondo anfratto è sempre un segno di speranza

Viviamo in un periodo storico particolarmente difficile, in cui tutto sembra incerto e dove regna il buio più assoluto. Il nostro presente è, nella migliore delle prospettive, semplicemente drammatico. Risulta piuttosto complicato parlare di cose positive. Risulta molto complicato pensare a qualcosa di positivo. Perché allora scrivere proprio oggi in un blog che parla di bellezza? Dove la recuperiamo ora un po' di bellezza? Ce n'è ancora un barlume da qualche parte? Io penso di sì e credo che non serva andare molto lontano per trovarla. La bellezza sta in quelle centinaia di medici, infermieri, operatori socio-sanitari, volontari compresi quelli che sono in pensione ma tornano per dare una mano, tutti impegnati in questa lotta in continua evoluzione contro il nemico invisibile che ci ha stravolto la vita, la quotidianeità. Sono centinaia anzi migliaia di persone che ogni giorno con turni massacranti che ormai non sono più turni ma la "normalità", lo straordinario che purtroppo diventa ordinario, fanno semplicemente il loro lavoro compiendo al tempo stesso un grande gesto non simbolico di aiuto verso la collettività. La bellezza sta in quei medici venuti dalla Cina dopo aver rischiato la vita in quel paese che ci sembra così lontano e invece, probabilmente è il più vicino in questo momento. Dostoevskij ne "L' Idiota", uno dei suoi grandi romanzi, attraverso le parole del protagonista, il principe Myskin ci diceva che la bellezza salverà il mondo. Io non lo so se potrà mai accadere veramente ma so che per credere ancora in qualcosa di positivo c'è bisogno di esempi e quelli che ho citato rappresentino la più alta forma di bellezza che risiede nell' empatia tra gli esseri umani.

giovedì 19 ottobre 2017

Micropaesaggi fiabeschi: Takanori Aiba


Da circa una decina d'anni l'artista nipponico Takanori Aiba si dedica alle creazione di labirinti di case e alberi bonsai costruendo fantastici micropaesaggi che sembrano concretizzazioni di isole erranti nello spazio.

Bonsai Tree Houses by Takanori Aiba sculpture art


Bonsai Tree Houses by Takanori Aiba sculpture art


Bonsai Tree Houses by Takanori Aiba sculpture art


Bonsai Tree Houses by Takanori Aiba sculpture art


Bonsai Tree Houses by Takanori Aiba sculpture art


Bonsai Tree Houses by Takanori Aiba sculpture art

sabato 13 maggio 2017

sono tornati gli Afghan Whigs

domenica 31 luglio 2016

Peltuinum Theater Fest 2016

L' estate è la stagione del riposo, la stagione in cui non succede mai nulla e in cui sembra che tutto resti com'era prima. L' estate è veramente così? Non per forza. In estate si svolgono manifestazioni molto interessanti, eventi in cui la Bellezza (sì con la B maiuscola) la fa da padrona. Ad esempio dalle mie parti in questi giorni va in scena la prima edizione del Peltuinum Theater Fest. Già, ormai bisogna dare i titoli in inglese perché sembra più alla moda. Un festival di cultura. Teatro. danza, cinema, lettura e non solo.  Innanzitutto bisogna dire dove si svolge. Mi permetto di dire che Peltuinum è una perla, sebbene poco conosciuta soprattutto nella nostra regione (benché qui vengano apposta perfino dal regno unito!) Sorge su un pianoro nell' alta valle del fiume Aterno dove passava il tratturo magno. Il tracciato è quello della via Claudia Nova. La storia di Peltuinum inizia nell' epoca dei Vestini e ha il suo apice durante l'età augustea, quando viene costruito il teatro che si è ben conservato. Siamo in una posizione centrale rispetto alle maggiori catene montuose dell' abruzzo: il Gran Sasso, la Majella e il Sirente-Velino. Un luogo unico. Un paesaggio unico. Il festival è cominciato venerdì e termina domani sera. Ho assistito a due spettacoli, uno più bello dell' altro. Venerdì è andato in scena un workshop curato da Daniele Monterosi e Federica Gumina. Il titolo è The Exleriment. In cosa consiste? Dieci attori che non si conoscevano messi insieme sei giorni prima che hanno lavorato in coppia su 5 scene diverse per rappresentare le paure, le ansie, le gioie, le insicurezze dei giovani di oggi. 5 storie messe in piedi dagli stessi giovani attori che ne erano anche gli autori. Uno spettacolo senza barriere e senza filtri, in cui il pubblico (tra cui il sottoscritto) era coinvolto in prima persona. Nessun sipario, nessun palco. Uno spettacolo mai provato prima d'ora in Italia: è stato molto emozionante. Spero solo che lo rifacciano e se capita dalle vostre parti e ne sentite parlare, andateci! Da non perdere. Difficile descriverlo a parole.

Ieri sera invece è stato il tempo della commedia dell' arte con La ridiculosa commedia della terra contesa. Uno spettacolo della compagnia "I nuovi scalzi" già premiato l'anno scorso al festival di Mont Laurier in Canada come miglior spettacolo del 2015. Ha ottenuto inoltre il premio per la “Miglior recitazione – menzione speciale” al DOIT 2015 Festival di Roma, ed i premi per il “Miglior spettacolo”, la “Migliore attrice protagonista” e il “Miglior secondo attore” al 1st International Theatre Festival for Youth Sharm El Sheikh, in Egitto. Al centro della storia ambientata a Barletta, due secoli dopo la celebre disfida, c'è la terra. La terra coltivata col sudore della fronte dal povero Friariello, onesto contadino, che in un sol colpo se la vede quasi scippare dal prepotente e avido Don Pantalon de Forchia e dal nobile venuto dal nord dottor Graiano d' Asti. Nel mezzo la bella Florenzia, figlia del primo ma "ambita" dal secondo che avrà un ruolo importante nella storia. E infine il valoroso Gonzalvo da Cordoba che si rivelerà il personaggio decisivo per la conclusione della contesa. Inutile dire che ho riso come un pazzo. Ma lo dico lo stesso. Il teatro è bello. è bello quando è fatto con passione e, tra l'altro, con pochi anzi pochissimi mezzi. Per cui chi lo fa e non parlo solo di attori (ma anche e soprattutto dei santi tecnici il famoso dietro le quinte a cui andrebbe fatto un monumento) merita davvero rispetto. Il teatro è bello ma fatto in un contesto come questo è meraviglioso.

 

Se siete da queste parti (neanche trenta km da L' Aquila e settanta da Pescara) e non lo avete già fatto, accorrete numerosi!



venerdì 11 settembre 2015

Bella? Io??


Pufffff... soffiamo via un po' di polvere da questo blog... ammazza, era parecchio che nessuno entrava qui dentro, eh? Me compreso, per carità: ma è difficile vedere la bellezza, e tanto più parlarne, quando intorno tutto congiura a favore del brutto, dell'abbrutimento fino alla laidezza. Ma questo è un blog di resistenza all'incedere del brutto, no? E la resistenza sa nascondersi, nei tempi peggiori, per essere più efficace al momento più opportuno. Penso che nessuno abbia smesso di crederci, abbiamo solo nascosto la brace sotto la cenere.

Parlando di bellezza, non è possibile tacere dei canoni della bellezza estetica umana, e femminile in particolare. So di non dire nulla di nuovo, se affermo che il corpo femminile è quello che ha patito di più l'insulto dei capricci maschili, che di periodo in periodo hanno esaltato un genere di figura a discapito di un altro, imponendo canoni estetici a volte anche improbabili, decidendo l'immagine che la donna deve dare di sé : la foto di apertura è un esempio evidente di questo, e ancora di più il video da cui le immagini sono tratte; volevo però riflettere su quanto questa necessità indotta sia interiorizzata anche dalle vittime di questa che, di fatto, è una discriminazione.

La mia compagna è bella. Non sono io che la vedo bella perché la vedo attraverso gli occhi di un uomo innamorato, io credo che sia oggettivamente bella: forma regolare del viso su cui spiccano sguardo e sorriso luminosi, naso diritto e proporzionato, mento né sfuggente né pronunciato, guance morbide ma toniche, pelle che con l'abbronzatura assume una tonalità che ricorda la crosta del pane: bella e basta, senza se e senza ma. Nuda, poi, è una dea, ed esattamente una Venere callipigia, natiche e seni scolpiti nel marmo: è una gioia assoluta per i miei occhi, e non manco mai di dirglielo. Eppure, lei se ne schermisce e nega di esser bella, probabilmente perché non si sente perfetta per quelli che sono i canoni imposti.

Eppure, è abbastanza evidente quanto mistificatorio e aleatorio sia il concetto di bellezza femminile, che ormai varia non soltanto di epoca in epoca, ma di decennio in decennio: di nuovo, il video in fondo al post è un esempio lampante di questo.

Va meglio a noi maschietti: non soltanto i canoni estetici son rimasti sostanzialmente invariati nei millenni e per uniformarsi ad essi basta un po' di fatica in palestra, ma tantissime figure di riferimento e modelli considerati di successo sono uomini del tutto normali, a volte pure bruttini, come è spiegato benissimo in questo articolo di William Leith, che si spinge anche oltre, nel considerare come la bellezza, per una donna, sia una sorta di condicio sine qua non anche per essere valutate in sedi che con l'estetica non dovrebbero avere nulla a che fare.

Quante donne stupende ho visto nascondersi e mortificarsi perché afflitte da una taglia 48, o semplicemente da una circonferenza fianchi disallineata rispetto ai canoni della pubblicità televisiva! Aprite gli occhi: voi, come noi, abbiamo tutti subito lo stesso lavaggio del cervello che lamenta aver subito Dustin Hoffmann, citato nel suddetto articolo di Leith. Non solo - quarant'anni di femminismo più tardi - sarebbe ora di valutare una donna per ciò che è e non per come appare, ma anche di rivendicare con forza che non solo i canoni correnti, e spesso artificiosi, corrispondono a una reale bellezza, perché l'occhio di un uomo che viva nel mondo reale sa apprezzare molte più sfumature di bellezza dell'obiettivo di una telecamera.


mercoledì 29 luglio 2015

Slip

I binari abbandonati di una stazione, illuminati da una luce verdastra, sono la scenografia di questo bellissimo passo a due. Sulle note del brano ”Slip” di Elliot Moss, i ballerini Phillip Chbeeb e Renee Kester si muovono in una coreografia che unisce il linguaggio hip hop  alla danza contemporanea. I due corpi diventano uno, in una sincronia perfetta.




http://www.3nz.it/6780/danza-metro/?ref=fbp3


Ogni tanto nella volgarità del quotidiano spunta un bellissimo fiore.

venerdì 27 febbraio 2015

Che spettacolo è la Natura

Nantucket è un'isola degli Stati Uniti d'America a 48 km a sud di Capo Cod nello stato di Massachusetts sull'Oceano Atlantico e pare sia una rinomata destinazione turistica e luogo di residenza estiva.
A Nantucket si trova una delle maggiori concentrazioni di strutture precedenti alla Guerra Civile di tutti gli Stati Uniti e nella letteratura ha ispirato grandi scrittori.
Dal porto di quest'isola ad esempio è stato fatto salpare Pequod del romanzo 'Moby Dick' di Herman Melville o il brigantino Grampus del romanzo 'Storia di Arthur Gordon Pym' di Edgar Allan Poe.
Di Nantucket era pure la baleniera Essex e parte dei suoi sopravvissuti.
Nella storia invece, il 26 luglio del 1956 naufragò al largo dell'isola il transatlantico italiano Andrea Doria. 

Vi ho parlato di Nantucket perché questo inverno gli Stati Uniti del nord sono stati flagellati da una intensa ondata di gelo che ha provocato un raro fenomeno naturale che, giurerei, tutti avrebbero voluto immortalare con uno scatto.
Rubare l'attimo o il momento giusto per fermare una emozione è lo scopo di tutti i fotografi professionisti, in questo caso però non c'è stato bisogno di una grande tecnica fotografica, lo spettacolo si è offerto gratuitamente ai pochi fortunati presenti su quell'isola.
Il gelo ha congelato una grande onda dell'oceano e l'incanto che si è presentato è questo:

http://boston.cbslocal.com/2015/02/26/nearly-frozen-waves-captured-on-camera-by-nantucket-photographer/

mercoledì 18 febbraio 2015

Il giardino fiorito

Questo blog è nato per parlare di bellezza in un periodo in cui essa viene deturpata e ferita, tutto ci conduce ad un impoverimento culturale che avvizzisce le anime più sensibili.
Ma la bellezza c'è ancora, resiste!
Resiste in un  fiore che con fatica si fa strada in una crepa di un muro, resiste in un sorriso di un bambino e resiste nella caparbietà di coloro che sopra ogni cosa lavorano per tenerla in vita.
Perciò vi racconto di un giardino,

 'Immaginate un giardino immenso dove il solo protagonista è il glicine, ecco questo è il giardino Kawachi Fuji, un giardino privato che si trova nella città di Kitakyushu a 6 ore da Tokyo.
Ci sono oltre 150 piante di glicine di 20 specie diverse, una delle particolarità è un lungo tunnel di glicini sotto il quale si può passeggiare immersi nel profumo delicato e nel viola pastello, colore tipico di questo fiore.'


Io sono stata 5 volte in Giappone ma non ho mai visitato questo giardino, mi sono invece trovata alla festa del pesco in fiore che avviene in marzo e ricordo molto bene l'esplosione di quel rosa profumato che rallegrava lo spirito.
I giapponesi hanno un elevato gusto estetico, una cura maniacale per I particolari e per l'ordine, sono cerimoniali, gentili ed educati ed hanno un rispetto molto marcato verso il prossimo, specie verso gli stranieri.

Un popolo che nemmeno nell'evento più disastroso della loro vita hanno potuto e voluto rinunciare alla bellezza.

Non riuscirò mai a dimenticare l'esperienza per me più traumattizzante che ho vissuto con loro,  di cui ancor oggi porto gli strascichi, quell'11 marzo del 2011, in cui ho sentito sulla mia pelle la mia diversità, la nostra diversità.

Noi infantili, isterici, chiassosi e ribelli, loro silenziosi, disciplinati e sempre col sorriso nonostante l'instabilità bizzarra della loro terra meravigliosa.
 Voglio bearmi di queste immagini bellissime che condivido con voi.




Coraggio Banda, tornate a parlare di bellezza!!!