Con
la crisi economica mondiale, le catastrofi che si susseguono
ininterrottamente mietendo, lungo il loro percorso, vittime
innocenti, le continue guerriglie che attanagliano i paesi più
poveri del nostro pianeta e la pace perennemente in bilico per un
crescente sentimento di odio, diffidenza e paura che dilaga fra gli
uomini, la bellezza è stata dimenticata o addirittura sembra sia
sparita o distrutta per sempre.
L'uomo
gravato dai problemi quotidiani non è più capace di accogliere
dentro di sé lo spettacolo che tutti i giorni la natura ci offre e
nemmeno di godere della bellezza dei tesori inestimabili creati
proprio dall'uomo stesso.
Stamattina mi sono imbattuta in questa foto che voglio sottoporre alla vostra attenzione e che
rappresenta il Pavimento Museale della Cattedrale di Otranto datato
1163 e mi sono incantata.
Esso
rappresenta l'Albero della vita che, secondo la Cabala, è
il sentiero di risalita attraverso cui l'intero creato può ritornare
al traguardo cui tutto anela, la cui base è appoggiata sulla terra e
la cui cima tocca il cielo.
Lungo
di esso gli angeli, cioè le molteplici forme di consapevolezza che
animano la creazione, salgono e scendono in continuazione, lungo di
esso sale e scende anche la consapevolezza degli esseri umani.
La
bellezza di questa opera preziosissima merita di essere dettagliata
per poterci totalmente immergere nella contemplazione di essa:
Realizzato con dei tasselli di calcare, il mosaico si estende per circa 16 metri e ricopre per intero il pavimento. Nella parte centrale raffigura un albero, con i rami del bene e del male, considerato fino a poco tempo fa, la rappresentazione dell’albero della vita. Le altre raffigurazioni – quasi globalmente – sono tratte, invece, dall’ antico testamento, sebbene alcuni elementi siano completamente fuori dal contesto.
Sull’altare maggiore è raffigurato Bisanzio, con un’ insieme di cerchi che racchiudono figure umane e animali.
La parte che riguarda il presbiterio, raffigura dapprima Adamo ed Eva mentre vengono cacciati dal paradiso terrestre e poi Re Artù che monta un caprone con in mano uno scettro curvo – totalmente in disuso in quel tempo.
Proseguendo troviamo il gatto di Losanna, con accanto Caino con in mano un bastone ed Abele quasi inginocchiato per il dolore inferto da Caino. Sulla parte superiore dell’albero, in corrispondenza della cupola vi è raffigurato il Demonio sotto forma di serpente, collocato tra Adamo ed Eva.
Scendendo più in giù troviamo la raffigurazione dei dodici mesi dell’anno, formati da dodici cerchi decorati come una cornice, con all’interno i dodici mesi dell’anno. Per ogni mese viene raffigurato un tema. Più in basso ci si imbatte nella raffigurazione del diluvio universale con la mano di Dio che impartisce ordini a Noè inginocchiato al suo cospetto, ed affianco la costruzione dell’Arca con la salita degli animali sulla stessa.
Subito dopo “si incontrano” degli umani che stringono tra le mani un ramoscello di ulivo, simbolo della fine del diluvio e il ritorno alla pace. La base del mosaico è rappresentata da un albero privo di radici, sorretto da due elefanti.
Dalla descrizione delle differenti raffigurazioni, piuttosto articolate e complesse, si può comprendere quanto il mosaico, tuttora, sia di difficile decifrazione Resta quasi avvolto in un mistero che contribuisce a renderlo ancora più affascinante agli occhi dei visitatori.
http://www.otrantonelsalento.it/mosaico-otranto/