Pigramente ritorno alla mia quotidianità in una coda estiva di un caldo insopportabile e mi affaccio al blog lasciato dormiente per quasi un mese per un saluto a tutti i ladri presenti e a quelli ancora in ferie.
Proprio ieri ascoltavo dei brani di strumenti a percussione e ho fatto delle considerazioni su di uno strumento in particolare, quasi sconosciuto ai più, che è la Marimba.
Esso è uno strumento musicale a percussione di tipo idiofono (suono prodotto con la vibrazione del corpo stesso dello strumento, senza l'utilizzo di corde o membrane) che ha origini africane, ma è diffuso anche in paesi come Guatemala, Costa Rica e negli stati a sud-est del Messico.
In quest’ultimo paese e in Nicaragua è considerata uno degli strumenti più rappresentativi della musica folclorica.
Lo strumento è formato da una serie di piccole tavole di legno duro, sotto le quali vengono disposte, come risonatori, zucche essiccate e svuotate o grosse canne di bambù.Col tempo la marimba si è perfezionata ed è nata la xilomarimba nella quale i risuonatori sono di metallo così che questo strumento è entrato a far parte sia delle orchestre di musica leggera che sinfonica.
Ai tempi in cui frequentavo il Conservatorio ed ero ancora alla ricerca di una mia identità ho avuto il piacere di accostarmi a diversi strumenti musicali tra i quali, appunto, la marimba la cui difficoltà maggiore era quella di inforcare le 4 bacchette e renderle perfettamente autonome o in sincrono tra di loro.
Il suono di questo strumento è dolce e profondo capace di movimenti espressivi di tutto rispetto simili a quelli di un pianoforte.
A questo punto vi invito all'ascolto di questo arrangiamento per marimba su di un brano per pianoforte di Claude Debussy, “Arabesque”, interpretato in modo molto aggraziato da questa ragazza giapponese.