Blog di resistenza all'incedere del brutto


Per me la bellezza è Kurt Cobain che sfascia una Fender, è Mila Kunis che infila la lingua in gola a Natalie Portman, è una domenica mattina dannatamente post-alcolica. Cannibal Kid

Bellezza è un'umanità creata dallo scandito rincorrersi degli opposti, senza ripensamenti. La mia bellezza è libertà. Saharajoyce


continua...

lunedì 13 febbraio 2012

woman in art

Premetto che non mi intendo di pittura ma l'amo lo stesso, ogni volta che vado per musei mi tuffo nelle immagini, nelle linee e nei colori e, chissà perchè, mi sento a casa.
Ho decisamente delle preferenze, spazio dall'Impressionismo ai giorni nostri e mi incanto come una bambina davanti ad una vetrina di dolciumi.
Girovagando su youtube, fonte inesauribile di informazioni, ho scoperto questo video che è veramente meritevole ed è una sovrapposizione di visi femminili nella pittura fatto proprio ad arte, è il caso di dirlo.
Perciò senza ulteriori chiacchiere profane ve lo propongo sicura di condividere con voi la gioia nella sua visione.
Il tappeto musicale è una Sarabanda dalla Suite per violoncello solo n.1 in sol maggiore di J.S.Bach suonata dal grande Yo-Yo Ma.


venerdì 27 gennaio 2012

non solo shoah

stamattina a caterpillar AM chiedevano agli ascoltatori di indicare un libro o un film che per loro fosse stato maggiormente formativo nell'acquisizione della consapevolezza di ciò che è stata la shoah. io ho indicato, nel profilo facebook della trasmissione, la finestra di fronte, di ozpetek: inannzitutto perché quando sento parlare di shoah (o, con un termine più brutto e inappropriato, di olocausto), noto che noi italiani tendiamo a dimenticare che la nostra nazione, in uno dei suoi periodi più bui e scellerati, ha contribuito fattivamente allo sterminio degli ebrei, come se il fatto che non ci fossero italiani tra i militari nei campi di concentramento al di là delle alpi ci assolvesse dall'aver consegnato migliaia di innocenti nelle mani dei loro aguzzini.

e poi perché la scelta di davide veroli di avvertire quante più persone possibile dei rastrellamenti in corso, salvandole dalla deportazione, sacrificando così l'oggetto del suo innamoramento, io la trovo di una bellezza etica superiore. veroli sa che in questo modo la sua vita ne rimarrà per sempre segnata, con un marchio altrettanto indelebile di quello che i sopravvissuti dei lager portano tatuato sul braccio; ciononostante, non ha incertezze nell'anteporre l'interesse e la salvezza di molti al suo privato sentire.


bellezza è anche questo: saper riconoscere quali siano i sacrifici che meritano di esser fatti, saper scegliere chi merita di andare avanti senza porsi la domanda se sia più vantaggioso per noi stessi e saper fare una scelta anche se ci penalizza, in nome di un'etica, di un senso morale ben radicato.

si badi bene, però: nessuno legga in questo una generica apologia del sacrificio, dacché i sacrifici imposti dall'alto e senza motivazioni che io ritengo sufficienti non li ho mai graditi e, specialmente quando sono stati imposti da governi di ladroni e canaglie della più varia specie, che grazie ai miei sacrifici si sono arricchiti, li ho sempre  esecrati. sappiate distinguere tra l'ammirazione per chi sa fare un passo indietro per il bene dei più e la commiserazione per quelli che si rendono complici dei loro ricattatori: quelli diventano conniventi con coloro che cercano di strappare la bellezza dalle nostre vite, sostituendola con un senso malinteso del dovere che in realtà è solo rinuncia acritica all'esercizio dei diritti, fino i più elementari, e che porta alla creazione di attriti tra categorie che si vedono come antagoniste e invece hanno un unico comune nemico.


oggi è la giornata della memoria, oggi ricordiamo le vittime di un genocidio: facciamo questo piccolo gesto oggi per tenere viva tutto l'anno la memoria di una scelleratezza compiuta da uomini contro altri uomini. io vorrei che oggi facessimo anche un piccolo gesto di bellezza, qualcosa che ci faccia - anche per un momento solo - prendere le distanze da chi ci vuole condannare all'abbrutimento, qualcosa che testimoni la potenza della bellezza in contrapposizione alla meschinità del brutto e del volgare: dite una cosa carina a qualcuno a cui tenete, manifestate apprezzamento per cose che vi vengono donate senza secondi fini, chiamate qualcuno che non sentite da un po', abbracciate un amico.


perché è la bellezza che salverà il mondo (f. dostoevskij). non il mercato, non i dei ex machina de noantri, non i sacrificicheleuropacichiede, non il 21 dicembre 2012, ma la bellezza.


la bellezza.



mercoledì 25 gennaio 2012

Quando il vetro e il mare s'incontrano...

Amo molto il mare e, quando posso recarmici, riesco a dedicare tempi infiniti al raccogliere sulla battigia 'preziosi' vetrini (ovvero i residui di pezzi di vetro erosi dall'acqua salata) - che poi utilizzo nelle composizioni più disparate che mi passino per la mente.




La storia di oggi è quella d'una spiaggia seminascosta tra gli scogli che - a partire dagli anni '40 - i cittadini di Fort Bragg, in California, avevano cominciato a utilizzare, con estrema noncuranza, come discarica privata. Con il passare degli anni e l'accumularsi di rifiuti di ogni tipo, la caletta era stata soprannominata proprio "The Dumps", ovvero "La discarica".

Dal 1967 la North Coast Water Quality Board chiuse la spiaggia e cominciò a ripulirla. Il problema erano però le migliaia e migliaia di pezzetti di vetro, i quali - a quanto pare - si mostravano particolarmente difficili da raccogliere.






Per tale ragione, essi furono lasciati lì, e - sottraendo gli altri materiali - divennero l'unica presenza 'altra' (=non naturale) di quella spiaggia. Ma la continua erosione delle onde su quei frammenti li rimodellò, li pulì e li fece brillare - d'una luce così intensa che la spiaggia divenne scintillante.

Una bella lezione da parte della natura, che quasi sembra riprenderci - come una madre affettuosa di bambini un po' discoli - per farci capire che dobbiamo avere cura di lei come lei ce l'ha di noi, donandoci ancora cose così incantevoli proprio malgrado l'uomo l'avesse deturpata con i propri rifiuti.




Oggi la spiaggia - il cui nome è divenuto proprio Spiaggia del vetro (The Glass Beach) - è un'attrazione turistica controllata dal California State Park System, che sta tentando di trasformare il luogo in parco nazionale.
Noi facciamo il tifo perché ci riesca, vero? ;-)

domenica 22 gennaio 2012

dentro la musica

"Siamo alle solite," - direte voi - "ancora la Marisa con le sue chiacchiere sulla musica..."
No, amici miei, non voglio parlarvi di tecnicismi o di musicisti, voglio solo mostrarvi un video pubblicitario di una orchestra da camera  (dicasi orchestra da camera, un'orchestra formata da un numero ridotto di strumenti) la Zurig Chamber Orchestra,  il  brano registrato è tratto dalla sinfonia n.2 in do minore op.80 di Ferdinand Ries il cui padre è stato per poco tempo il maestro di Ludwig van Beethoven.
Come sentirete è comprensibile cadere nell'errore di attribuire il brano a quest'ultimo..
Lo spot in questione è originale e ammaliante, impossibile resistergli, sembra quasi di entrare dentro il pentagramma, dentro il corpo musicale perciò  lo voglio condividere  con voi sicura che vi darà la mia stessa emozione, anzi " Der Grosse Gefühle"

sabato 14 gennaio 2012

Dialetto è bello

Nell'ultima serata dell'anno appena passato ho avuto la fortuna di vedere uno spettacolo teatrale della compagnia "Piccola Brigata" che fino a quella sera francamente non conoscevo. Tuttavia è attiva da molti anni ed è specializzata nel teatro dialettale aquilano. Mi dispiace di aver appreso tutto ciò tramite la tv (ho visto lo spettacolo sul canale locale del digitale terrestre) e internet ma del resto negli ultimi 3 anni qui non è facile andare a teatro considerando che quello (anzi quelli) veri e propri sono ancora nella cosiddetta fase di ricostruzione tranne il ridotto del comunale, da cui è appunto andato in scena lo spettacolo

Ve vojo raccondà
Quadretti di vita aquilana daju cinguanda a mo'

Ho riso di gusto. Ci ho riflettuto: a me il nostro dialetto non piace parlarlo però mi piace sentirlo parlare e a teatro diventa davvero spassoso. Ho dovuto ricorrere a una traduzione; un po' perché ormai certe parole non si usano più (il dialetto come tutte le altre lingue evolve) e un po' proprio per la mia scarsa considerazione verso questo idioma. Eppure ci voleva il teatro per farmi capire che il dialetto (piaccia o non piaccia) è importante, oso dire perfino vitale. Oggi tutti i nostri dialetti fanno fatica a resistere poiché, se è vero come è vero che abbiamo un alto livello di analfabetismo soprattutto in alcune aree in cui nessuno sa l'italiano; tendiamo comunque a parlare uno "slang" che mischia l'italiano stentato all'inglese maccheronico. Dovremmo trovare un compromesso: non vi pare?

Abbiamo una diversità di dialetti impressionante. Io ricordo qualche anno fa che due miei compagni di classe non riuscivano a intendersi l'un l'altro quando parlavano in dialetto: eppure erano di due paesi distanti nemmeno 2 km! Qualche legislatore non molto tempo fa lanciò l'idea o sarebbe meglio dire lo slogan "insegniamo il dialetto nelle scuole" ovviamente solo quello del varesotto e del triveneto (anche a Barcellona e Porto Torres!). Non penso che ci sia bisogno di fare corsi di dialetto, credo solo che tutti dovremmo essere consapevoli del valore storico e culturale dei dialetti. Lasciamo che il linguaggio che caratterizza ogni paese si evolva ma non calpestiamolo solo per dare una parvenza di saper parlare forbito.

mercoledì 4 gennaio 2012

Il mio Coro


Oggi vorrei parlarvi del mio coro.
Dovete sapete che faccio parte di uno dei complessi corali lirici fra i più importanti d'Italia anche se oggettivamente sento di affermare che la fama dell'istituzione a cui appartengo è nota in tutto il mondo,
Sono oramai 27 anni che ci lavoro e decisamente devo riconoscere di essere una privilegiata, in primo luogo perché ho scelto un lavoro che amo e mi gratifica ogni giorno e perché mi permette di girare il mondo contribuendo persino, assieme ai miei colleghi, a scrivere pagine di storia nei luoghi dove mi sono recata.
Vi faccio l'esempio di quando abbiamo portato nei luoghi d'origine l'opera di Giacomo Puccini “Turandot” e l'abbiamo eseguita nella Città Proibita di Pechino, la famosa reggia imperiale che in quella occasione aveva aperto le sue porte, per la prima volta nella sua storia di millenni, ad uno spettacolo musicale, spettacolo che fu ripreso in mondovisione dalla rai.
Non posso spiegare l'emozione che ho provato nell'eseguire il nostro capolavoro pucciniano sotto la pregiata direzione del famoso regista cinese Zhang Yimòu ma in quella occasione come in tutte le occasioni che sono seguite il sentimento che ha prevalso è la percezione di essere parte integrante di una entità unica che respira all'unisono ed è il frutto di un lavoro certosino che tende alla perfezione.
Fare musica ed in particolar modo la “musica classica”, termine troppo generico ed ampio perché contiene al suo interno una serie di stili sconosciuti ai profani, parlo di musica sinfonica, operistica, liederistica, barocca, contemporanea (che non è musica leggera), concertistica, polifonica, elettronica ecc. dà una emozione così profonda tale da toccare le corde più intense del nostro sentire e ha la capacità di estraniare dalla realtà.
E vi assicuro, amici miei, che in tempi come questi è di gran conforto.
Ogni spettacolo è il risultato di una serie numerosissima di prove variegate che comincia con lo studio prettamente tecnico delle note da decifrare, poi da assimilare e da smussare per eliminare qualsiasi errore.
Quindi si passa alle varie prove con l'orchestra per cercare un'altra fusione ed infine il prodotto confezionato rigorosamente dal vivo viene offerto al pubblico giudizio.

Oggi in Italia non solo si fa ben poco per l'arte e la cultura del nostro paese ma il dilagare di una gretta mentalità commerciale finalizzata unicamente ad un mero ricavo economico, cito la frase di Tremonti: “con la cultura non si mangia”, sta uccidendo le più importanti fondazioni lirico sinfoniche che sono state portate a profondi deficit da incaute direzioni succedutesi tra loro più per affiliazioni politiche che per meriti specifici e chi come me fa musica sente il suo futuro minacciato così come è minacciato il futuro della mia bella Italia che è la nazione che detiene il maggior patrimonio culturale del mondo.
Ecco, adesso voglio farvi ascoltare la parte finale della sinfonia n.2 “Resurrezione” di Gustav Mahler, eseguita dal Maggio Musicale Fiorentino sotto la raffinata direzione del M°Seiji Ozawa.
Il video è stato da me confezionato, ci sono le foto di Pechino, perdonate perciò le imperfezioni tecniche.


martedì 27 dicembre 2011

Bruci la città e crolli il grattacielo

Se voi dite ai grandi:"Ho visto una bella casa in mattoni rosa, con dei gerani alle finestre, e dei colombi sul tetto" loro non arrivano a immaginarsela. Bisogna dire: "Ho visto una casa di centomila lire", e allora esclamano: "Com'è bella" (da Il piccolo principe)

Questo passo del libro mi ha fatto riflettere su ciò che noi umani vediamo erroneamente come "bello". Tutti penso abbiate almeno un conoscente che sia pazzo per le metropoli e per la cosiddetta skyline. Tutti vi sarete chiesti (e per tutti mi riferisco ai ladri) "ma che ci trova di bello nei grattacieli?". Mi ricordo che molte persone andavano in estasi guardando le foto delle Torri gemelle, c'è chi va matto per la Torre Eiffel (che per me resta pur sempre ferraglia) ma almeno ha una sua forma particolare! Ci sono persone che adorano i grattacieli, altre che impazziscono ascoltando i rumori della città. Il problema è che questi estimatori del caos e delle luci sfavillanti, abitano TUTTI in campagna nella totale serenità. Voi ce li vedreste nel centro di Tokyo o di Città del Messico?

La gente oggi ha perso il gusto delle belle cose. La gente oggi vede la bellezza dove regna solo il denaro. In fondo cosa sono le nuove grandi costruzioni, cos'è questa ricerca della quota più alta? Nient'altro che una dimostrazione di cosa si può fare con i soldi. Gli stramaledetti soldi che non rappresentano niente di veramente bello.

D'altro canto sono certo che voi tra questo


e questo 


sappiate riconoscere la vera bellezza.



Vieni, vieni in città 
che stai a fare in campagna? 
Se tu vuoi farti una vita 
devi venire in città. 

Com’è bella la città 
com’è grande la città 
com’è viva la città 
com’è allegra la città. 

Piena di strade e di negozi 
e di vetrine piene di luce 
con tanta gente che lavora 
con tanta gente che produce. 

Con le réclames sempre più grandi 
coi magazzini le scale mobili 
coi grattacieli sempre più alti 
e tante macchine sempre di più. 

Com’è bella la città 
com’è grande la città 
com’è viva la città 
com’è allegra la città. 

Buon 2012!

venerdì 23 dicembre 2011

Sull'amore

Tu chiedi che cosa sia l'Amore.

E' quella forza potente che ci attrae verso tutto quello che concepiamo o temiamo o speriamo fuori di noi stessi, quando scopriamo nei nostri pensieri l'abisso di un insaziabile vuoto e cerchiamo di risvegliare in tutte le cose che esistono, una consonanza con quello che proviamo dentro di noi. Se ragioniamo, vorremmo essere intesi; se immaginiamo, vorremmo che gli eterei figli del nostro cervello rinascessero nel cervello di un altro; se sentiamo, vorremmo che i nervi altrui vibrassero con i nostri, che i raggi dei loro occhi in un solo istante si accendessero e si unissero e si fondessero coi nostri, che due labbra tremanti e ardenti del più puro sangue non si posassero su labbra glaciali e immobili. Questo è l'Amore. Questo è il legame e il consenso che unisce un essere umano non solo a un altro essere umano, ma a tutte le cose viventi. Nasciamo, e c'è qualcosa in noi che dall'istante che prendiamo a vivere ed esistere, aspira a quanto gli è simile. Noi percepiamo oscuramente nella nostra natura intellettuale quasi una riproduzione in miniatura di tutto il nostro essere, ma spoglio di tutto ciò che disapproviamo o disprezziamo, il prototipo ideale di ogni cosa eccellente e bella che riusciamo a concepire per la natura umana. Non è soltanto il ritratto del nostro essere esterno, ma un insieme delle più tenui particelle di cui la nostra natura si compone: uno specchio la cui superficie riflette solo le forme pure e brillanti: un'anima dentro la nostra anima che traccia un cerchio attorno al suo Paradiso, che la sofferenza, il dolore e il male non osano oltrepassare. A quest'anima noi riferiamo ansiosamente tutte le nostre sensazioni, col desiderio ardente che vi possano assomigliare o corrispondere. La scoperta del suo antitipo: l'incontro con un'intelligenza capace di stimare con chiarezza le deduzioni della nostra, con un'immaginazione che dovrebbe penetrare e impadronirsi delle sottili e delicate intimità che è stata nostra gioia coltivare e dispiegare in segreto, con un corpo i cui nervi, come le corde di due lire che accompagnano un'unica deliziosa voce, vibrassero insieme ai nostri - e tutto questo in proporzione a ciò che l'ideale tipo interiore chiede: ecco il fine invisibile e irraggiungibile cui l'Amore aspira; e per raggiungere il quale, esso incita le facoltà dell'uomo a fermare la più labile ombra del bene, la cui privazione non dà riposo né tregua al cuore che ne è dominato. Perciò nella solitudine, o in quello stato di abbandono in cui siamo circondati da esseri umani che tuttavia non ci comprendono, noi proviamo amore per i fiori, per l'erba, per le acque e il cielo. Anche nel muoversi delle foglie a primavera, nell'aria azzurra, si scopre allora una segreta corrispondenza con il nostro cuore. C'è un'eloquenza nel vento senza voce e un dolce canto nei ruscelli che scorrono e nel fruscio dei giunchi sulle loro sponde che, grazie alla loro segreta armonia con qualcosa nella nostra anima, risvegliano gli spiriti a una danza estatica, e fanno sgorgare lacrime di misteriosa tenerezza, come l'entusiasmo per la voce di una donna amata che canta per te solo.

(Libera riduzione da "Sull'Amore" di Percy Bysshe Shelley) 


(Foto: Viktor Stois)


Tu sei bella, e poche son più belle
     fra le ninfe dei mari e della terra;
son vesti che stan bene a chi le porta
     queste tue membra soavi che, muovendosi,
sempre cadono e cambiano e scintillano,
mentre la vita in esse danza.

(...) 
Come rugiada sotto il soffio del mattino,
     come il mare quando i turbini lo destano,
come gli uccelli all’avviso del tuono,
     come ogni cosa muta, ma nel profondo scossa,
come chi sente uno spirito invisibile,
così è il mio cuore quando il tuo è vicino.


(frammenti di "A Sofia" Percy Bysshe Shelley - versione integrale ed originale qui )


Buon Amore a tutti
Aria