Blog di resistenza all'incedere del brutto


Per me la bellezza è Kurt Cobain che sfascia una Fender, è Mila Kunis che infila la lingua in gola a Natalie Portman, è una domenica mattina dannatamente post-alcolica. Cannibal Kid

Bellezza è un'umanità creata dallo scandito rincorrersi degli opposti, senza ripensamenti. La mia bellezza è libertà. Saharajoyce


continua...

giovedì 20 dicembre 2012

un momento, scusa

The frog was a prince, the prince was a brick, the brick was an egg, the egg was a bird.
mi alzo presto, esco presto, così arrivo al lavoro presto e altrettanto presto me ne vado. di solito, parcheggio nel piazzale poco dopo le sette e trentacinque, e così anche stamattina: entro nel piazzale, parcheggio nel solito posto dove lascio sempre l'auto, guardo l'orologio: sono le 07:36. a questo punto, di solito, spengo la radio, spengo il motore, esco dall'auto, la chiudo col telecomando. ma oggi no, perché venendo al lavoro stavo ascoltando i genesis, e supper's ready non era ancora finita. avreste avuto voi il coraggio di interrompere l'assolo di hammond di tony banks, nella sua apocalypse in 9/8? io no, son rimasto là ad aspettare che finissero, as sure as eggs is eggs, con quel finale largo che a me ricorda la moldava di smetana, quando il fiume entra a praga: mi dà la stessa sensazione di maestoso e placido compimento - per contrasto mi viene in mente il finale roboante di the musical box, ma questo è un altro discorso, mente mia, restatene qui con me.

son rimasto in auto ad ascoltare, per gli ultimi tre minuti, col mio solito volume esageratamente alto, durante i quali non è arrivato nessun altro: purtroppo o per fortuna? che reazioni avrei suscitato, se mi avessero domandato come mai mi stessi trattenendo in macchina, ritardando la timbratura? aspettavo che supper's ready finisse.

ah. eh. (al massimo)

tutt'al più qualcuno avrebbe sorriso.

ma non è arrivato nessuno, e mi son congratulato da solo, per il mio omaggio alla mia idea di bellezza, il minuscolo sacrificio. spengo, esco, chiudo. entro, passo il badge. 07:40.

(enjoy)

giovedì 4 ottobre 2012

piccole meraviglie

...che si possono fare con due chitarre, la voce e una loop station



(certo, anche chiamarsi thom yorke aiuta)

lunedì 17 settembre 2012

RICORDO DI SCUOLA


Le maestre quella mattina avevano un’aria severa.
A scuola non si scherza e, quando in cattedra ci sono le suore, si scherza ancora meno.
Nonostante ciò, quella mattina, avevano riso.
Avevano chiesto ai bambini di cinque anni di svuotare le tasche: i giochi a scuola non si portano, fuori i malloppi.
L’umiliazione era di per sé notevole: minuscole bambole, orsacchiotti, macchinine, pezzi di lego, messi lì, nudi sui banchetti, a denunciare l”’immaturità” dei piccoli scolari.
Ma dalle tasche di quella bambina era uscito qualcosa di davvero inaspettato.
“Ma guardate questa – aveva esclamato ridacchiando quella più anziana – robe da matti, portare in classe lo spago dell’arrosto!”. E dopo aver mostrato il ridicolo reperto alla collega e a tutti i presenti, lo aveva restituito alla bambina.
Lei, zitta, aveva atteso pazientemente la chiusura del penoso siparietto.
Gli occhi bassi, apparentemente compunta, in cuor suo rideva più di loro.
“Le ho fregate - si diceva  - quelle non sanno che io, con il mio rotolo, mi ci costruisco un mondo!”.

I “Gomitolini” di Alex Pinna hanno inaspettatamente risvegliato in me il ricordo di quella mia prima intima rivincita.
Probabilmente già allora amavo l’Arte povera, ero sostanzialmente anticlericale e vivevo in una pericolosa realtà parallela.

Solo un  piccolo post leggero, per scusarmi della mia lunga assenza.

Ps. La seconda immagine è Baroque Minimalism di Dani Marti un vero virtuoso della corda!

giovedì 6 settembre 2012

Il bello del baratto


Il baratto è stato la prima forma storica dello scambio commerciale di beni, anteriore alle forme di scambio monetario.
Dall'avvento del danaro il baratto è sparito dalla economia dei paesi più “evoluti”, ciò ha spinto l'uomo a rincorrere la sua brama di ricchezza e l'avidità e la speculazione hanno caratterizzato l'economia degli ultimi decenni che ha favorito pochi individui a scapito dei più.

In questi anni siamo vivendo una crisi economica inaudita, gli Stati occidentali considerati più ricchi del pianeta per rincorrere la propria brama di ricchezza si sono indebitati e hanno interrotto il percorso di sviluppo portando irrimediabilmente (spero di no) il proprio paese verso una temibile povertà.

Mancano le risorse perché non circola più danaro e la gente comincia a riconsiderare la gestione economica della propria famiglia rinunciando ai beni essenziali rincarati a dismisura a causa delle speculazioni degli economisti mondiali e dalla incapacità di governanti mascalzoni.

Ma si sa, l'uomo ha mille risorse e in tutto questo marasma economico ha incominciato a riconsiderare l'uso del baratto, 4 anni fa un medico lucano ha pensato di farsi pagare in natura per andare incontro ai veri poveri che non si possono permettere di pagare le cure mediche.
A Firenze invece, notizia di oggi, si sono inventato un ristorante in cui si baratta la cena con l'oggettistica.
Già il nome la dice lunga, “l'è maiala”, espressione tipica fiorentina che esprime la difficoltà della situazione contingente.
Al momento della prenotazione gli avventori potranno preventivamente accordarsi su cosa, quanto e come barattare in cambio di una cena, il locale propone i tipici piatti della cucina popolare toscana, sempre gustosa e caratteristica a cui nessun turista può rinunciare.
Tra i generi accettati per lo scambio avranno priorità le primizie contadine della campagne toscane ma saranno ben accetti oggetti dell'artigianato locale, antiquariato e modernariato inclusi, bricolage e design, inoltre “gli utensili più belli” saranno esposti all’interno del ristorante.
“Questo proprio per rafforzare l’idea di «Ristorante concepito per la gente», quella gente che ha qualcosa da dire, da raccontare.
La fase più divertente da vivere a tavola sarà proprio quella di assistere a veri e propri momenti di “mercanteggio” pre e post-pasto, come avveniva un tempo nelle vecchie botteghe fiorentine”.

Non vi pare una gran bella idea?
Chissà perché ho la sensazione che tra non molto butteremo via minigonne, top e perizoma per tornare a vestire quei meravigliosi abiti rinascimentali ricchi di colore e di fascino di cui la moda di oggi ne è totalmente priva.
Sono convinta che se dovessimo portare il baratto in tutti gli scambi commerciali, anche internazionali, vivremmo con più serenità, più umiltà e più rispetto gli uni verso gli altri, finalmente riusciremo a scoprire la bellezza nelle piccole cose che oggi giorno ci sfugge e il nuovo Rinascimento rigenererà l'umanità intera.

domenica 29 luglio 2012

Che l'ozio sia con voi!

Armonie dinoccolate, a tratti seriche e sinuose, un incalzare interrotto da controtempi bisbigliati.
Sentite i grilli frinire, le onde del mare infrangersi sugli scogli, il crepitio del fuoco nel barbecue, il calpestio delle foglie secche dei sentieri di montagna, o vedete la pienezza del lago che incanta lo sguardo, la città assolata, la vostra terra d’origine, in cui tornare ad annusare il presente-passato?
Be’, in qualunque luogo abbiate deciso di trascorrere il vostro tempo ozioso…
Buone vacanze a tutti noi!

venerdì 22 giugno 2012

Sciroccati

Era d’estate. Nell’antica casa di Palermo in cui abitavo c’era una stanza, la più interna e fresca: un’alcova di muri spessi. Quando spira lo Scirocco e l’aria diventa gialla, si bagna il pavimento di quella stanza e ci si stende per terra, in mutande, la guancia e i polsi incollati a terra, in croce. Non ci sono finestre, lì lo Scirocco non può trovarti, perché lo Scirocco fa impazzire, ti viene “un colpo” se ti trova. È una belva che scioglie le ginocchia e quando si avvicina c’è quel silenzio che hanno le cose in equilibrio subito prima di crollare: un palazzo incendiato, prima di precipitare; un bosco, prima del temporale; la terra, prima di un terremoto. I miei avi hanno imparato a difendersi dalla bestia che soffia, nascondendosi in questa stanza irraggiungibile, come il cuore. Infatti se quel vento ti entra nella testa vedi miraggi, sei uno “sciroccato” si dice, però passa. Ma se ti entra nel cuore, sei fottuto: ti brucia da dentro e ti inaridisce, come fa con gli alberi di arance.
Niente è più serio dello Scirocco nella mia terra. Nella stanza dello Scirocco non resta che fare i conti con quello che si ha e quello che non si ha. Non c’è altro. Quello che trovi in quella stanza, nudo, senza niente, ti salva. Forse per questo mia nonna diceva sempre: Tri sunnu li putenti: u papa, u re e cu’ nun havi nenti. Ricordo i discorsi sussurrati in quella stanza, anzi sono gli unici che ricordo. Un giorno, mentre lo Scirocco mordeva l’aria estiva, screpolava le persiane, abbatteva i cani, parlai con mio padre. Ero solo un bambino.
“Arriva”
“Chi?”
“Lo Scirocco”
“Come lo sai?”
“Il mare. Lo senti?”
“No”
“Appunto. Quando il mare rallenta e respira piano, le cicale impazziscono di paura e lo richiamano a fare il suo dovere. Lui arriva”
“Chi?”
“Te l’ho detto, scimunito. Lo Scirocco”
“E che si fa?”
“Come il mare. Respira piano. Appoggia la guancia al pavimento: aspetta e ascolta”
“Cosa?”
“Storie”
“Che storie?”
“Storie d’amore”
“E perché d’amore?”
“Ne esistono altre?”
“Che ne so, storie di avventura, di battaglie, di mistero…”
“E per cos’altro si va all’avventura, si soffre e si risolvono indovinelli?”
“E tu quali storie sai, papà’”
“Una sola”
“Solo una?”
“Basta e avanza”
“E come fa?”
“C’è un ragazzo. Suo padre dice che sarebbe ora che si sposasse. Sua madre dice che sarebbe bello piuttosto che si innamorasse. Suo padre dice che non c’è differenza. Sua madre dice che la differenza c’è. Suo padre non dice più nulla, tanto sua moglie ha sempre ragione”
“E poi?”
“E poi s’innamora”
“E finisce così?”
“Perché c’è altro?”
“Lei com’è? Cosa succede?”
“Lei è tua madre. Lui le dice ti amo. Non c’è altro. I dolori, le cadute, le avventure, i misteri, le gioie si dimenticano.”
“Ma di questo sono fatte le storie!”
“Non quando c’è lo Scirocco”
“Perché?”
“Quando c’è lo Scirocco bisogna andare all’osso”
“E qual è l’osso?”
“Quello che resta. Il mare. Il vento. Le stelle. La sabbia”
“E che fanno?”
“Lo sfondo”
“Lo sfondo?”
“Della commedia”
“Quale?”
“Quella di chi è innamorato”
“È una commedia?”
“Sì”
“Perché si ride?”
“No”
“E perché?”
“Perché finisce bene”
“E la tua storia come finisce?”
“Bene”
“E basta?”
“Sì”
“Neanche una lacrima?”
“Continuamente”
“Papà, ma che commedia è se si piange?”
“Figlio mio, che commedia è se non si piange?”
“Che cosa è questo rumore?”
“Quale?”
“Questo tum-tum. Sbattono le porte?”
“No. È il cuore, scimunito”
“Che ne so io che si sente il cuore nel pavimento…”
“Il giorno che non lo senti, vuol dire che lo Scirocco te l’ha bruciato. Quella è una tragedia…”
“Il mio è più veloce del tuo, papà, lo senti?”
“Lo so”
“Perché?”
“Perché ama poco”
“Perché quando ama rallenta?”
“Certo”
“E perché?”
“Perché non ha fretta”
“E poi?”
“E poi si ferma”
“Quando?”
“Quando non ha più fretta per niente”
“E quand’è?”
“Quando finisce la commedia”
“E che succede?”
“Si ride”
“Che è sto silenzio?”
“È arrivato, se senti il silenzio…”
“Beddamatri, fa scantari!”
“Lascia stare mamma. E poi non è una disgrazia…”
“Ma se bisogna nascondersi, parlare piano… Fa paura lo Scirocco”
“Tu sei figlio dello Scirocco”
“Io?”
“Era un giorno di Scirocco terribile, i fiori e i cani fuori morivano, e tua madre e io eravamo qui per terra…”
“E allora?”
“Scimunito, a te lo Scirocco t’è rimasto in testa”

(IL FIGLIO DELLO SCIROCCO di Alessandro D'Avenia)

rubato su Vanity Fair dell'11/9/2011

Alessandro D'Avenia, 34 anni, nato a Palermo, insegna Italiano e Latino in un Liceo di Milano. Ha pubblicato il romanzo Bianca come il latte, rossa come il sangue (Mondadori, 2010). Il suo blog è: www.profduepuntozero.it





[mentre  continuava a scompigliarle i capelli
lei gli chiese
perché
e il vento le rispose
sibilando e gemendo
offro al mondo, malato d'angoscia, un'anima folle]




immagine: De Giorgi Enzo

venerdì 8 giugno 2012

Iside


Sono passati diversi mesi dal mio ultimo post su questo blog, mesi in cui ho dovuto combattere per la sopravvivenza del mio lavoro, mesi in cui nel mondo ci sono stati disastri e violenze di ogni genere, mesi in cui la bellezza sembra aver abbandonato questa terra martoriata dall'inettitudine, avidità ed incuria dell'uomo.
Il mio lavoro sembra avere i giorni contati, quello sfarzo e quella bellezza dei tempi opulenti in cui si investiva sulla cultura è ormai perso ed il futuro è così spaventoso che sembra quasi impossibile definirne i connotati.
In tutta questa sofferenza sociale sembra davvero difficile ritrovare ottimismo e conservare la speranza per un futuro migliore ma un mese fa ho incontrato di nuovo la bellezza.
La mia famiglia si è arricchita di un esserino che ha provocato in me tanta emozione e ha portato tanto amore.
Un mese fa è arrivata Iside, una gattina siberiana di 3 mesi, dolcissima e affettuosa che mi ama incondizionatamente, un amore che, vi assicuro, nessun umano è in grado di offrire.
Mai avrei immaginato di poter dare e ricevere così tanto da un altro essere vivente ma è successo e vi assicuro che nonostante la precarietà del mio lavoro, i problemi di salute che mi tormentano io mi sento felice.
Il momento più dolce della mia giornata è quando alle 5,30 del mattino la mia gattina comincia a camminarmi addosso facendomi le fusa e dandomi tanti bacini ed io vorrei fermare il tempo per godermi più a lungo quel momento.
Ecco la mia Iside
                                                        a 2 mesi

                                                        a 3 mesi



mercoledì 25 aprile 2012

Buona RESISTENZA!


Buona, resistente e forte RESISTENZA, a tutti! :-)