venerdì 16 settembre 2011

Liberi di galoppare

Alcuni dicono che senza il cavallo (e secondo me anche l'asino e altri equini) l'uomo non sarebbe arrivato dove è arrivato. Pensate a quanti cavalli sono morti in battaglia: nessuno aveva domandato loro se volessero partecipare alla contesa bellica di turno ma lo dovevano fare. Non so se qualcuno abbia mai provato a calcolare quanti cavalli c'han rimesso la pelle. Non se li ricorda nessuno, questo è il punto.
In Inghilterra non si può mangiare carne di cavallo.
In Mongolia ancora oggi esistono allevamenti come ai tempi di Gengis Khan, dove i cavalli sono allevati solo per il latte.
I cavalli hanno permesso all'essere umano di affrontare e superare sfide epiche che oggi possono sembrare fesserie in rapporto a tutti i mezzi che la tecnologia mette sul piatto ma c'è pur sempre quel pizzico di natura che resta indomabile per i dispositivi artificiali.
Il cavallo per alcuni popoli è ancora fonte di sopravvivenza. Per altri è solo carne da macello oppure fonte di divertimento nel campo dello sport. Ve lo ricordate Varenne?

Fin da bambino ho avuto una particolare simpatia per questo animale. Ricordo che in paese andavo sempre all'allevamento per poter carezzare qualche destriero e mi dispiacevo assai quando partiva il camion con destinazione mattatoio. Però i cavalli nei recinti stanno un po' stretti e io preferisco vederli allo stato brado.
Quello che ho fatto ieri, a Campo Imperatore: lo so che è un vizio e chi mi legge anche altrove sa di cosa parlo

 Un'occasione unica, trovare dei cavalli che pascolano sul crinale di una collinetta. Sono stato molto vicino a loro, inizialmente con un po' di timore.


In effetti sono fotogenici e abituati alla curiosità umana, però mai dire mai dato che avvicinandomi scoprivo qualche puledro e le rispettive madri.



E si sa che una madre incavolata è sempre un avversario di tutto rispetto. Senza contare il fatto di poter essere scaraventato giù dal dirupo.


Sono imponenti per esser delle signorine! Qui ero vi giuro a 3 metri non di più dalle loro mascelle.
Mi sono allontanato quando ho capito che i loro spazi sono sacri anche se mi sarebbe piaciuto di provare a carezzarne qualcuno. Mi dava una sensazione di libertà vederli pascolare lì, con il panorama alle loro spalle che sembra volgere all'infinito. E poi guardate che criniere dorate!
Il cavallo, che sia lui il vero migliore amico dell'uomo?

13 colpacci:

Belli i cavalli e bello anche andare a cavallo...

Grande bestia. E che dire dei cavalli esportati in America (prima di Colombo non c'erano) e poi fatti propri alla grande dagli indiani?

Ma davvero prima dell'arrivo di Cristoforo Colombo i cavalli non c'erano? Questo manda in tilt tutto un certo immaginario (anche sulla base delle nozioni apprese sul tipo di vita che conducevano i nativi prima dell'arrivo degli europei eccetera). Mi interessa, hai finti da suggerire?

Mi viene in mente
Lo scambio colombiano. Conseguenze biologiche e culturali del 1492
di Crosby Alfred W, Einaudi

Eh sì, gli indiani erano sempre andati a piedi.

Marginalia: prima dell'arrivo degli europei in Amertica del sud c'era un cavallo nano.
In quelle del nord mi pare che già ci fosse una razza di cavalli per come li conosciamo oggi

E' uno degli animali che amo, ma non ho mai imparato a cavalcare (ma perché montare su un asino od un mulo si dice sempre "cavalcare"?). Se ricordo bene, quando i conquistadores sono arrivati in sudamerica i nativi credevano che uomo e cavallo fossero un tuttuno e quindi li consideravano degli dei i quali non hanno esitato a sterminarli.

I cavalli che hai fotografato sono di razza Avelignese o Haflinger (origine Sud Tirolo). Sono docili e robusti, di passo sicuro e adatti anche ai bambini. Non sapendo come avvicinarti, hai fatto bene a non toccarli. La prudenza non è mai troppa ;-)

e se buttassimo all'aria tutte le nostre automobili e tornassimo sui calessi e carrozze tutto all'insegna dell'ecologia, sarebbe meraviglioso!

personalmente sono vegetariana. di conseguenza rispetto ancora più di me stessa qualunque essere. suerte.

A Londra esiste un monumento in onore a tutti gli animali (cavalli, asini, muli) morti in guerra.

Qui da noi invece li si costringe a partecipare ad anacronistici pali e persino a trainare, come avviene a Roma, ridicole carrozze per portare in giro i culi pesanti dei turisti (altrimenti dette "botticelle", per la cui abolizione gli animalisti - me compresa - si stanno battendo da anni) e alla fine di questa ignobile esistenza concessa loro, vengono spediti dritti dritti al macello.
Per rispondere alla tua domanda: non so se il cavallo sia il migliore vero amico dell'uomo, sicuramente però l'uomo - visto come tratta questi splendidi e maestosi animali - non può essere il loro vero migliore amico.
Un saluto

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