venerdì 1 luglio 2011

La bellezza non può essere cancellata


Tutta la banda di Ladri di bellezza sottoscrive e rilancia a tutt@ i/le blogger (e le/gli amanti della libertà e della bellezza) l'appello di Metilparaben a mobilitarsi contro la delibera che sarà votata la prossima settimana dall'AgCom (Autorità di garanzia delle comunicazioni): "In estrema sintesi sta succedendo questo: il 6 luglio l'AgCom voterà una delibera con cui si arrogherà il potere di oscurare siti internet stranieri e di rimuovere contenuti da quelli italiani, in modo arbitrario e senza il vaglio del giudice. Siccome, con ogni evidenza, si tratta di una misura degna dei peggiori regimi, sarebbe il caso di rimboccarsi le maniche per evitare che venga approvata".

Ecco cosa si può fare:
  • se sei un blogger scrivi un post, usando il logo che vedi qua sopra e riportando tutti i link, e diffondilo più che puoi tra quelli che conosci;
  • vai alla pagina di Agorà Digitale in cui sono raccolti tutti i link, le iniziative e le proposte dei cittadini;
  • firma e diffondi la petizione sul sito di Avaaz;
  • partecipa e invita tutti i tuoi amici a "La notte della rete": 4 ore no-stop in cui si alterneranno cittadini e associazioni in difesa del web, politici, giornalisti, cantanti, esperti.

9 colpacci:

Qualsiasi appropriazione di materiale online può venire tacciata di violazione di copyright, ma tale violazione può anche rivelarsi (e accade spesso) di promozione a un artista, autore o iniziativa e quindi risultare di beneficio per lui/lei quanto per la comunità che ne viene a conoscenza. Nel caso di quest'ultima, inoltre, essa spesso accresce addirittura il proprio sapere per il tramite di tale segnalazione e in questo caso, quindi, non si ha neanche più una violazione perché per quanto riguarda la 'promozione del sapere' (ovvvero la semplice 'didattica') in Italia la legge prevede molto spesso la gratuità dell'uso di un'opera. In entrambi i casi, quindi la soluzione potrebbe anche venire negoziata tra presunti violatori e detentori del copyright.

Il problema dietro questo è piuttosto che questa dimensione di 'arbitrarietà' incontrollata potrebbe diventare - visto anche il paese in cui viviamo - una scure con cui chiunque (e non solo chi detenga i diritti di qualcosa) può far rimuovere con quella scusa i post di chiunque altro. Uno strumento di fatto 'politico' che sa di caccia alle streghe e che - sebbene non sia detto che abbia la capillarità, i mezzi, le risorse per attivarsi così come nelle intenzioni - inizierà col distruggere anche soluzioni autogestite come il Creative Commons e il fair use pur se gli artisti/autori sono ben lieti di cedere la propria opera bypassando organismi quali SIAE ecc.

E chi scrive che non "ce la faranno mai" ad applicarla, o che bisogna risolverla "diventando tutti informatici" (cito da commenti e articoli letti in rete in questi giorni), forse non si rende conto delle difficoltà, dell'impegno e del prezzo che stanno pagando in Iran e in Cina nel tentativo di resistenza ai filtri che sono stati loro imposti... Non sarebbe meglio continuare a non avere questa mannaia sul collo?
Io preferirei una rete libera dove negoziamo tra noi gli accordi, di volta in volta. Con i disclaimer per esempio, e la disponibilità al dialogo e a trovare soluzioni di volta in volta su cui tutti si sia d'accordo. Con buona pace di coloro che vogliono toglierci la parola - perché questo è, alla fine, l'obiettivo ultimo di una pensata del genere: il controllo, la censura, il silenziamento.

In Iran e Cina ci sono regimi spietati che fanno anche di peggio che censurare dei siti eppure non riescono a mettere totalmente ko il web (e stiamo parlando di potenze). Quindi io mi trovo d'accordo con Attivissimo quando dice che i burocrati italiani non ce la faranno. Come tutti i governi che c'hanno provato, questa è una cosa più grande di loro.

Certo, sappiamo bene che viviamo nello stato delle banane, ma intanto Creative Commons comincerà a saltare, alè, e i tentacoli della SIAE a rispristinare il proprio potere. E ne farei volentieri a meno.
Poi felicissima di venire smentita se/quando questo sito invece non sparirà - pur non avendo un post senza materiale rubato (siamo ladri, d'altronde, no?) e quindi manifestandosi come ottimo test per la segnalazione da parte dei sostenitori di altri immaginari (cui si associa altra cultura e altra politica). Ma - essendo priva della sfera di cristallo - sono sempre cauta prima d'affermare con tanta sicurezza che tutto si risolverà in fumo. Anche perché i blog qui spariscono già abbastanza di frequente in modo arbitrario per ragioni 'politiche', sai?
Attivissimo è persona interessante, ma che ci propone di diventare tutti hacker come soluzione - fosse facile e ne avessimo l'interesse e il tempo (ho un'amica cinese cui censurano i post sul blog, vuoi che ti dica quanto è 'facile' superare la censura quando comincia a calpestarti?) - quindi, personalmente, continuo a sostenere qualsiasi iniziativa contro filtri di controllo di regime di alcun tipo e a favore del negoziare tra interlocutori della società civile i limiti delle nostre reciproche appropriazioni.

Quoto Inneres.
aggiungo che questo paese non è nemmeno in grado di creare un regime,figuriamoci di mantenerlo... seppure a desta e amanca ci provino, ma un paese servo è un paese servo, non cambia certo adesso. questo governo è fatto di rammolliti, servi del vaticano che a suon di denaro si compra tutte le loro zozzonerie e porcherie. non sarebbero mai capaci di zittire gente tosta come noi (mi metto in mezzo) hanno paura di perdere i coglioni a morsi.
Dea.

Il futuro è parlare di politica con le tette e il culo... quelli non li cnsura nessuno.. io comincio Inneres, viene con me?

ps. scusate la provocazione, che anto provocazione non è.
Dea.

Dea: a dire il vero ho iniziato io nel mio blog!

L'AgCom ha aggiustato un po' il tiro. Ne parlo sul blog.

Grazie Albero, in effetti il tiro è stato aggiustato, ma restiamo all'erta ;-)

Vado a leggermi il tuo post

Io preferirei una rete libera dove negoziamo tra noi gli accordi, di volta in volta. Con i disclaimer per esempio, e la disponibilità al dialogo e a trovare soluzioni di volta in volta su cui tutti si sia d'accordo.

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